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Vertenza caseificio Pezzana: entra in campo anche la Cgil

«Abbiamo trovato davanti un muro». Queste le parole di Andrea Bertinetto, rappresentante sindacale dei lavoratori del caseificio Pezzana di Frossasco, al termine dell’incontro tra le parti nella vertenza portata avanti con l’aiuto del SI Cobas per ottenere il passaggio dei contratti da multiservizi ad alimentari. 

Per questo motivo, all’inizio della scorsa settimana 38 dei 60 lavoratori del Caseificio Pezzana avevano iniziato uno sciopero che si era poi interrotto dopo un primo incontro con l’Associazione Piccole e Medie Imprese (API) in rappresentanza della Keep srl, la società di cui i lavoratori sono effettivamente dipendenti. In quella sede la proprietà aveva richiesto una settimana di tempo per riflettere sulla richiesta e le parti si erano lasciate dandosi appuntamento a Torino per venerdì 18 ottobre.

La decisione di rivolgersi a un sindacato e di iniziare una contrattazione per il passaggio al contratto alimentare nasce da anni di speranze e qualche promessa non mantenuta. «Le nostre mansioni – spiega Bertinetto – coincidono perfettamente con quelle previste dal contratto alimentari, ma il fatto che ci occupiamo anche di pulire locali e macchinari alla fine delle lavorazioni rende possibile inquadrarci con quello multiservizi, meno retribuito e anche meno protetto» Una condizione che si aggiunge al continuo cambio di cooperativa appaltatrice, che spesso portava a fastidiosi svantaggi fiscali per i lavoratori. All’ultimo cambio, con il subentro della Keep srl lo scorso settembre, una grossa fetta dei dipendenti ha detto basta e si è rivolta a SI Cobas per iniziare la protesta «Ci avevano garantito che non ci sarebbero più stati passaggi di cooperativa. Quando a settembre è successo di nuovo ci siamo sentiti presi in giro»

E si è arrivati quindi all’incontro di venerdì scorso, quando i rappresentanti sindacali hanno incontrato i rappresentanti di API e Keep srl. Ma le cose non sono andate esattamente come richiesto dai sindacati: la proposta ventilata è stata piuttosto quella di un incremento economico mantenendo però il contratto multiservizi, ipotesi respinta repentinamente «Non abbiamo nemmeno quantificato questo incremento – racconta Bertinetto – perché abbiamo bocciato subito la proposta e abbiamo rimesso sul tavolo la nostra condizione imprescindibile: il contratto alimentari» La società, dal canto suo, ha chiesto altro tempo per trovare soluzioni che possano accontentare le parti. 

Mercoledì 23, intanto, gli aderenti a SI Cobas si ritroveranno per decidere la strada per proseguire «Abbiamo bisogno di essere uniti – spiega Bertinetto – se la maggioranza deciderà di riprendere lo sciopero così faremo, altrimenti troveremo altre soluzioni, ma comunque continueremo a lottare»

Intanto, a livello sindacale, c’è un’importante novità. Dalla fine della scorsa settimana, infatti, anche la Cgil è entrata in azienda e, nel corso della settimana, dovrebbe presiedere la prima assemblea. Da un’assenza totale di sindacati in azienda fino a soltanto qualche settimana fa, si passa quindi a una sorta di bipolarismo in cui due sigle si contendono la maggioranza. Da SI Cobas i timori derivanti da questa novità «Temiamo che l’ingresso di Cgil – ipotizza Bertinetto – possa indebolire la nostra richiesta e intenda tendere ad accordi più accomodanti» «La priorità – risponde Umberto Radin, sindacalista Cgil – non è l’applicazione di un contratto nazionale piuttosto di un altro, che l’azienda ha di fatto il diritto di applicare, ma la tutela dei lavoratori. Noi intendiamo muoverci nell’ambito del contratto multiservizi alla ricerca di una soluzione che possa migliorare tutele e benefici per i lavoratori e non ci mancano gli strumenti per raggiungere l’obiettivo». 

Dopo la prima assemblea di mercoledì si comprenderà meglio quale sarà la strategia e le richieste che Cgil porterà al tavolo della contrattazione.