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Si allarga il progetto della Chiesa Battista in sostegno alla Polizia Penitenziaria

Il 13 ottobre 2019 presso l’Aula Conferenze della Casa Circondariale di Regina Coeli di Roma è stato presentato l’importante progetto a favore degli agenti di polizia penitenziaria dal titolo «Carceri: sostegno al ruolo trattamentale dell’agente». Il progetto, fortemente sostenuto dall’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) e reso operativo dalla chiesa battista di Roma-Trastevere, finanziato con i contributi dell’otto per mille.

Presenti alla giornata di presentazione la direttrice del carcere Silvana Sergi, il commissario coordinatore Moccaldo, la vice-direttrice dell’Istituto Alessandra Bormioli, Stefania Polo responsabile della Diaconia carceraria della Chiesa battista di Civitavecchia, e Antonella Scuderi, pastora della Chiesa battista di Trastevere. 

Dopo una prima introduzione della direttrice dell’Istituto e delle rappresentanti delle chiese battiste, chi scrive – psicologo penitenziario dal ’78 e responsabile esecutivo del Progetto – ha illustrato a tutte le competenze presenti il significato e la metodologia del lavoro psicologico che verrà svolto a favore degli agenti.

Il progetto in data 2 ottobre 2019 è stato approvato dal provveditore del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Carmelo Cantone, che ha espresso un vivissimo apprezzamento per «una iniziativa volta all’offerta di sostegno al personale di Polizia Penitenziaria, e a promuovere un agire professionale coerente con il ruolo di operatori del trattamento penitenziario, oltre che della sicurezza». Lo stesso Cantone ha precisato anche quanto «di particolare interesse appaiono la metodologia e i costrutti progettuali che rilevano come problematiche non espresse possano essere la causa di comportamenti e comunicazioni disfunzionali rispetto allo svolgimento del proprio ruolo con evidenti ricadute negative sia sulla persona detenuta che sul benessere complessivo del personale di polizia penitenziaria».

Le considerazioni del provveditore Cantone danno fiducioso slancio alla iniziativa delle chieste battiste che, già nel 2018, hanno avviato un analogo «progetto pilota» presso gli Istituti Penali di Civitavecchia, ottenendo dalla Direzione e dai Commissari degli Istituti apprezzamento per l’attività di sostegno di alcune criticità affrontate dallo psicologo Mauro Gatti, anche in quella circostanza responsabile esecutivo del Progetto.

L’attuale progetto ripropone una metodologia di avvicinamento e disponibilità verso l’agente attraverso un coinvolgimento relazionale di comunicazione empatica più strutturato rispetto al precedente, in quanto le competenze che interagiscono in sinergia con il progetto sono tutte quelle dell’Istituto romano su coinvolgimento deciso e voluto dalla Direzione e dai Commissari della Polizia Penitenziaria. Ogni competenza che interagisce all’interno del carcere è di fatto in osmosi con il progetto per svolgere un vero e proprio lavoro di squadra per un sostegno capillare. La metodologia del lavoro consiste principalmente di cogliere negli agenti, attraverso la direzione e i commissari, aspetti di burnout e offrire un sostegno allo stato emotivo e motivazionale della persona Agente attraverso colloqui individuali e tecniche di rilassamento e autocontrollo. Sostenere gli agenti è un dovere perché essi sono esposti quotidianamente a gestire situazioni difficili essendo costantemente vicino a persone detenute con forte disagio sociale e interiore. La cronaca continuamente registra episodi drammatici che coinvolgono il Corpo di polizia penitenziaria che sfociano purtroppo anche in omicidio-suicidio, l’ultimo dei quali registrato solo pochi giorni fa. Il sostegno psicologico mirato alla ricerca di senso si rivela un consistente aiuto, che le chiese battiste vogliono allargare e proporre con metodologia precisa e capillare.