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François Clavairoly denuncia la strumentalizzazione politica del velo islamico e della laicità

Il presidente del partito repubblicano Christian Jacob ha richiesto la creazione di una nuova commissione nazionale sulla laicità. François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia, reagisce.

Un tempo fu la commissione Stasi. Bernard Stasi (1930-2011) è stato ministro in diverse occasioni. Dal 1998 al 2004 è stato mediatore della Repubblica, figura creata per migliorare le relazioni fra amministrazione pubblica e cittadini. Dal 3 luglio 2003 è stato incaricato di presiedere un comitato di riflessione sull’applicazione del principio di laicità, uno dei valori cardine della repubblica francese. Composta da venti persone di diversa estrazione (incluso il sociologo protestante Jean Bauberot), questa struttura ha tratto le sue conclusioni l’11 dicembre 2003.

Una delle misure di punta adottate per sua iniziativa riguarda il divieto di indossare ostentati simboli religiosi nelle scuole pubbliche. Questa disposizione non riguarda quelle figure che in maniera volontaria si occupano di coadiuvare insegnanti e personale sia nel momento dell’uscita da scuola degli alunni che talvolta nelle gite scolastiche. In queste settimane il dibattito sulla laicità si è riacceso proprio attorno a queste figure non certo centrali nella vita pubblica, e che svolgono un ruolo prezioso. L’impressione è quella della ricerca del particolare cui appigliarsi per riaprire il dibattito attorno all’islam. Una strumentalizzazione insomma a fini elettorali.

Secondo François Clavairoly il punto è proprio questo: «Stiamo ovviamente assistendo a una strumentalizzazione del tema del velo a favore di un discorso ostile ai musulmani e per estensione alle religioni in generale», deplora. Per il presidente della Federazione protestante di Francia, «dobbiamo distinguere la Repubblica, che è laica, e la società, che non è e non dovrebbe esserlo. Il progetto di “neutralizzazione religiosa” dello spazio pubblico va contro lo spirito della legge del 1905 e la concezione repubblicana del secolarismo, dice. Oggi non è necessario affidare a una commissione ad hoc l’esercizio della laicitàin Francia, ma serve far conoscere il sistema esistente che certamente è troppo poco conosciuto da alcuni funzionari e dalla popolazione, si lamenta». Il dispositivo attuale è costituito dal Ministero degli Interni e del culto, dall’Osservatorio sulla laicità, con dialoghi continui e consultazioni con la Conferenza dei responsabili di culto in Francia (Crcf). 

Anche fra  i protestanti  vi sono coloro che ritengono che l’uso del velo islamico dovrebbe essere più limitato. «Che un certo numero di loro abbia dimenticato che è grazie alla Repubblica che hanno il diritto di esercitare pubblicamente il culto, che è grazie a questa stessa repubblica che ne sono pienamente cittadini, è una cosa, osserva François Clavairoly. Ma che a loro volta neghino questi diritti agli altri, mi interroga».

Per il presidente della Federazione protestante di Francia, il protestantesimo rimane fedele alla sua vocazione fintanto che lotta per la libertà di coscienza, non solo per se stesso, ma per gli altri. «Non sono quindi particolarmente favorevole all’istituzione di una tale commissione, ma nel caso spero che tale iniziativa riunisca tutti i responsabili di culto, per la loro competenza, la loro storia e il loro fedele impegno nei confronti della repubblica», conclude François Clavairoly.

Adattamento da intervista curata da Frédérick Casadesus per reforme.net

Foto by Gyrostat