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20 anni di tutele per le lingue delle minoranze

La Legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” in Italia compie 20 anni. Per le nostre valli, quasi due decenni di progetti e iniziative di promozione della lingua e della cultura occitana e francese, le due lingue minoritarie riconosciute dai nostri Comuni.

Le minoranze linguistiche in Italia sono molte, e nel lungo percorso di elaborazione della legge, dall’immediato dopoguerra, in attuazione dell’art. 6 della Costituzione (“La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”), fino alla fine del secolo scorso, quando l’iter della legge giunse a compimento, fu necessario operare delle scelte precise su quali lingue minoritarie tutelare.

Agli inizi degli anni ’70 il Parlamento, per attuare la tutela delle minoranze, nominò un “comitato di tre saggi” a cui delegò il riconoscimento delle comunità costituenti minoranze linguistiche motivandone l’inclusione. I designati furono Tullio De Mauro, Giovan Battista Pellegrini e Alessandro Pizzorusso, i primi due accademici linguistici, il terzo giurilinguista; essi, in una relazione depositata nell’archivio del Parlamento, individuarono tredici minoranze, corrispondenti alle dodici attualmente riconosciute con l’aggiunta dei Sinti e Rom.

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Ma soltanto dopo molti anni, nel dicembre 1999, durante il governo D’Alema (1998-2000), la legge n. 482 fu finalmente approvata. L’elenco originale comprensivo delle 13 comunità etniche-linguistiche riconosciute minoranze linguistiche, curato sulla base di considerazioni linguistiche, storiche e antropologiche, fu confermato in tutte le numerose proposte di legge di tutela presentate per l’approvazione in Parlamento, con l’eccezione delle popolazioni nomadi che non presentano il requisito della territorialità. 

L’art. 2 della legge 482/99 riconosce dunque dodici minoranze linguistiche “storiche” ammettendone la tutela. Questi dodici gruppi linguistici (albanesi, catalani, croati, francesi, francoprovenzali, friulani, germanici, greci, ladini, occitani, sardi, sloveni) sono rappresentati da circa 2.400.000 parlanti distribuiti in 1.171 Comuni (171 in Piemonte) di 14 Regioni, tutelati da apposite leggi nazionali (come la 482/99) e regionali (per il Piemonte la legge regionale n. 11 del 7 aprile 2009 “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte”).

L’applicazione della legge 482/99 avviene mediante la realizzazione di progetti finanziati, definiti annualmente con la Regione Piemonte dalle Unioni Montane dei Comuni (in precedenza dalla Comunità montana).

Le attività consistono principalmente in traduzioni (o revisioni) di testi, che ogni istituzione, associazione o privato cittadino può richiedere accedendo direttamente allo Sportello linguistico, ma anche in interventi di valorizzazione della lingua esternamente alla sede dello Sportello (presso scuole, biblioteche, associazioni, ecc., o in occasione di manifestazioni pubbliche).

Sono inoltre previsti corsi di lingua e cultura, a differenti livelli, e sono affiancati da attività culturali che possono consistere in laboratori, incontri, e in generale in attività volte a promuovere la conoscenza delle lingue minoritarie, ma anche i progetti finanziati dal Ministero.

Vi sono anche attività di toponomastica volte sia ad attività di ricerca sui toponimi, sia alla realizzazione di cartellonistica bilingue; nelle nostre valli sono stati realizzati negli anni scorsi cartelli stradali con i nomi di Comuni e borgate in doppia lingua, italiana e occitana.

Nelle valli pinerolesi sono tre le istituzioni sedi di sportelli decentrati, “Amici della Scuola Latina” riferimento per la val Germanasca e la bassa val Chisone, “La Valaddo” per l’alta val Chisone e il Centro culturale valdese di Torre Pellice per la val Pellice e il pinerolese pedemontano coinvolto dalla legge. Tutte le attività si svolgono in convenzione con le Unioni Montane dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca e della val Pellice (Unione Montana del Pinerolese).