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Chiese cristiane negli Stati Uniti condannano le violenze in Medio Oriente

 

Il Consiglio nazionale delle chiese cristiane statunitensi (NccUsa) interviene con un accorato appello dopo l’uccisione da parte delle forze armate a stelle e strisce del generale Qassem Soleimani. Ecco di seguito il testo del Consiglio

«L’assassinio del generale Qassem Soleimani e l’uccisione di Abu Mahdi al-Muhandis e di altri sei giovedì 2 gennaio da parte degli Stati Uniti indubbiamente provocherà altri attacchi che minacciano di destabilizzare ulteriormente l’intera regione. Ciò segue altri atti ostili e ora intensifica drammaticamente la tensione tra Iran e Stati Uniti.

Il Consiglio nazionale delle chiese è profondamente preoccupato per queste azioni ostili ed esorta la leadership iraniana e americana a ridurre immediatamente le tensioni e a tornare al tavolo dei negoziati. Consideriamo quest’ultima crisi come conseguenza della deplorevole decisione del presidente Trump di ritirarsi dal Jcpoa (l’ “Accordo nucleare iraniano”). Temiamo dove possa portare questa brama di guerra e vendetta, poiché le conseguenze per coloro che vivono in questa parte del mondo e persino in altre parti del mondo non possono essere previste. Tra le prime vittime di un conflitto aperto ci saranno operatori umanitari internazionali in Iraq e Siria, così come i bambini, i poveri e le persone più vulnerabili delle quali si prendono cura.

“Nessun risultato può derivare dalla guerra tra gli Stati Uniti e l’Iran”, ha dichiarato Jim Winkler, presidente e segretario generale dell’Ncc. “Abbiamo costantemente lavorato per la pace e la diplomazia e raddoppieremo i nostri sforzi collettivi come seguaci di Cristo per assicurarci di rifiutare la via della morte e del dolore che deriva dalla guerra”.

“Il Consiglio Nazionale delle Chiese invita i nostri partner religiosi e membri delle nostre comunioni a pregare per la pace”, ha dichiarato il pastore John C. Dorhauer, Presidente del Consiglio di amministrazione del NCC. “In tempi come questi, quando le azioni del nostro governo minacciano di annullare la pace che desideriamo, speriamo che alzando la voce possiamo aiutare a mantenere gli equilibri nelle relazioni internazionali che impediscono l’avvio di guerre”.

Riaffermiamo la nostra richiesta al governo degli Stati Uniti di fare un passo indietro da ulteriori provocazioni, e in definitiva dal precipizio della guerra, e coinvolgere invece diplomatici e partner regionali per trovare il modo di costruire la pace e la prosperità in questa regione travagliata. Chiediamo il rispetto dell’integrità territoriale dell’Iraq e il ritiro di tutte le forze militari straniere da quel paese. Riaffermiamo il nostro impegno ad unirci con i nostri partner ecumenici nella preghiera e nel lavoro per la pace e la comprensione nei giorni a venire».

 

Foto: Becker1999