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La montagna e internet

È in distribuzione in oltre 500 esercizi commerciali, comuni, biblioteche etc del Pinerolese l’ultimo numero dell’Eco delle Valli Valdesi free press. 

Un numero con un dossier dedicato a come Internet ha modificato la nostra quotidianità. Ma ci sono anche alcune criticità.

Il 2020 ha portato alcune novità anche in campo fiscale; tra esse l’obbligo per tutte le attività economiche di emettere lo scontrino fiscale elettronico. Dunque l’adempimento coinvolge piccoli negozi, bar, agricoltori (eccetto chi si trova nel regime fiscale forfettario). Anche nei piccoli comuni montani? Certo. Il provvedimento, ricorda ad esempio Confagricoltura, una delle organizzazioni di categoria, prevedeva specifici esoneri specie per le zone a bassa connessione alla rete Internet. Ma degli eventuali appositi decreti attuativi non ve ne è traccia.

Perciò chi vende al mercato dei contadini deve dotarsi di registratore di cassa elettronico e la sera deve fare la chiusura collegandosi con l’Agenzia delle entrate via Internet; e se la linea non c’è o è precaria? Il registratore cercherà di collegarsi per molte ore… sperando di trovare la linea.

Problema analogo si pone per il piccolo negozio di paese, talvolta unico presidio commerciale per i cittadini, per il rifugio alpino dove non è scontato che la linea sia sempre disponibile.

Fuori dalla fiscalità, situazione analoga si pone per la registrazione degli ospiti delle strutture ricettive, che vanno fatte entro le 24 ore dall’arrivo dei clienti; un tempo si dovevano portare apposite “schedine” compilate ai Carabinieri o in Comune. Ora Questura e Regione hanno predisposto un programma informatico e delle schede: ottimo, se tutto funziona e c’è la linea. Se non c’è, resta un punto interrogativo grosso come una casa.

E che dire del Pos, l’apparecchietto (in teoria obbligatorio per le transazioni commerciali) che consente i pagamenti con bancomat? Anch’esso ha la sua sim: ma non sempre trova un segnale telefonico disponibile.

E allora? Quanti piccoli negozi chiuderanno in montagna a causa di questa nuova burocrazia tecnologica?

Quanti pastori in alpeggio andranno su un punto lontano da casa, su una tal roccia o su una curva della strada ben precisa (ovviamente senza energia elettrica) per fare la famosa “chiusura” giornaliera?

Chi scrive gestisce un’attività agricola e agrituristica in montagna; per poter avere un servizio Internet e telefonico ha dovuto inventarsi un collegamento tramite segnale radio di un gestore privato.

Nella complessità dei collegamenti in montagna bisogna trovare anche il modo di sorridere: succede quando ti telefona un call center per proporti la fibra ed il collegamento veloce (ma mi faccia il piacere, non abbiamo né la linea né i cavi della fibra); e succede quando un ospite desidera pagare un pranzo o un soggiorno col bancomat. E’ allora che, col sole o con la pioggia bisogna uscire in cortile: “di solito sulla quinta losa del marciapiede il Pos funziona…”.

Lo Stato sta cercando di correre ai ripari: «3 miliardi di euro, 7000 Comuni interessati» ci spiega Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem; sono questi i numeri del piano strategico Ultra banda larga che mira a fornire un servizio di connessione veloce anche alle zone montane meno coperte dal segnale. «Da dieci anni – continua Bussone – si sta portando avanti questo progetto a livello nazionale con, purtroppo, alcuni ritardi. Il progetto, come si può vedere dai numeri, è decisamente complesso. L’intenzione è quella di poter usufruire di tutti i servizi come l’home banking, il telelavoro, il gaming e altro anche in zone montane oggi non coperte dal servizio veloci e adeguati alle richieste». La prospettiva è quindi quella di una copertura completa dei vari Comuni: in Piemonte l’investimento si aggira sui 290 milioni. Ma non è tutto qui. «Mancano anche le infrastrutture delle telefonia mobile (ripetitori) per le quali non sono previsti fondi a disposizione dei gestori. Anche in questo caso è necessario muoversi rapidamente e nel migliore dei modi possibili» conclude Bussone.  

Nella foto i ripetitori di Montoso-Rucas, Bagnolo Piemonte (Cn)