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Quando la pausa diventa un dono

L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato pandemia il nuovo coronavirus Sars-Cov-2, per la sua velocità di diffusione e per il grave errore di valutazione che molti Paesi (europei e non) stanno portando avanti in questi ultimi giorni. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus chiedendo ai Paesi di adottare una strategia per affrontarlo, ha anche aggiunto che quella del coronavirus è una pandemia controllabile ma solo con la massima disponibilità e flessibilità da parte dei singoli Stati nel percorso del suo contenimento.
Una distanza surreale ha travolto l’Italia a seguito degli avvenimenti delle ultime settimane. Notizie, fake news, preoccupazione e infine il discorso chiarificatore e sempre aggiornato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dalla sera di martedì 10 marzo 2020 l’Italia è ufficialmente diventata Zona Rossa. Dopo l’isolamento iniziale della Lombardia e di alcuni comuni limitrofi, le istituzioni hanno preso la decisione dura ma significativa di mettere in “quarantena” tutto lo Stivale.

Smart working e solidarietà
La parola chiave è “smart working”, letteralmente “lavoro intelligente”. Se non si può lavorare in ufficio, se non ci si può allenare in palestra, se non si possono visitare i musei, perché arrendersi? Lo smart working nasce per rispondere a queste esigenze stando a casa utilizzando nel migliore dei modi i dispositivi tecnologici, digitali che circondano la quotidianità degli anni ’20.
Sono state tantissime le iniziative partite in maniera spontanea ma omogenea in tutto il territorio per affrontare il periodo di incertezza che ha invaso i pensieri e la quotidianità degli italiani. Iniziative istituzionali, raccolte – così da essere consultate da chiunque – dal Governo attraverso il sito Solidarietà Digitale, ma anche idee e progetti pensati e messi all’opera da associazioni, musei, compagnie teatrali o soggetti singoli, privati cittadini. Un modo per “esserci” anche laddove è impossibile toccarsi, incontrarsi, confrontarsi dal vivo e guardarsi in faccia. #iorestoacasa è l’hashtag che è stato lanciato e ricondiviso in questi giorni di tempo sospeso. Una reazione lampante e necessaria per ricordarsi che si è, si hanno cose da dire e da condividere al di là di qualsiasi barriera.

L’arte ai tempi del Coronavirus
E se lavorare in ufficio, fare sport in sala pesi o incontrarsi semplicemente in pizzeria con gli amici è diventato un impedimento senza particolari o gravi ripercussioni; per chi lavora negli spazi pubblici o può avere un riscontro economico, umano necessario nel rapporto con l’altro, le cose si fanno un po’ più complesse. Essere artisti in un Paese come l’Italia è già una scelta di vita piena di disfunzionalità quotidiane, esserlo in un Paese soggetto e colpito da un virus a contagio diffuso è praticamente impossibile. Cantati, scrittori, attori, musicisti, performer si sono ritrovati a annullare o bloccare momentaneamente tourneé, concerti, spettacoli e presentazioni. Il tutto con gravissime ripercussioni economiche. Però il mondo dell’arte non si ferma: cantanti, case editrici, attori, musei, librerie hanno accettato la sfida e hanno lavorato di ingegno.
Gianna Nannini ha invitato i suoi fan i una diretta social giovedì “Sono a Milano e voglio organizzare delle serenate di rock acustico online per stare tutti più vicini in sicurezza”, prima e dopo di lei Jovanotti, Vasco Brondi, Coma Cose, Francesco Gabbani, Eugenio in Via Di Gioia hanno organizzato live su instagram e facebook per condividere coi fan canzoni, battute e considerazioni di vicinanza. Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Tommaso Paradiso sono anche riusciti a realizzare in estemporanea brani dedicati a questi tempi instabili e solitari.
Anche Mariangela Gualtieri, una delle voci più amate della poesia contemporanea italiana, ha partecipato con straordinaria bellezza e delicatezza a questa condivisione sotterranea, digitale e collettiva. “Nove marzo duemilaventi” è il titolo della sua poesia che è apparsa sul web riportando moltissime condivisioni. Attori teatrali, come per esempio la compagnia di Casa Fools, hanno scelto di realizzare un “varietà a distanza” chiamato Quarantena Streaming. La casa editrice indipendente effequ ha lanciato l’hashtag #effequarantena con cui i suoi autori parleranno dei testi e delle storie legate alle loro opere. Sempre in campo editoriale bellissima l’iniziativa torinese della Libera del Golem: Mattia Garavaglia, libraio indomito dal cuore d’oro, ha scelto, tra i tanti, di portare i libri a domicilio ai suoi clienti e ai lettori che hanno bisogno di trovare uno svago o uno sfogo nella lettura.

Solidarietà e speranza: andrà tutto bene
Accorgimenti, arcobaleni e cartelloni appesi ai balconi, la cultura che decide di smuovere le sue fondamenta e una popolazione che resiste e risponde accogliendo, rispettando le regole e resistendo dentro le mura domestiche ma con la consapevolezza che più in là, quando sul calendario le cose saranno diverse, saranno migliori e più leggere, sarà più vero andare a lavorare, correre al parco o scegliere un libro, uno spettacolo di teatro o un concerto al posto di altro, prima di qualcosa d’altro.