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Coronavirus. 500 milioni di cristiani al G20: “Aggiustare” l’economia

 In una lettera inviata oggi, 13 luglio, ai leader del G20, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), la Comunione mondiale delle chiese riformate (Cmcr, Wcrc), la Federazione luterana mondiale e il Consiglio per la missione mondiale (Cwm) hanno espresso «profonda preoccupazione» per come la pandemia da covid-19 e la relativa crisi economica abbiano continuato a distruggere vite e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. «Ad oggi ciò ha provocato oltre mezzo milione di morti, disoccupazione di massa, aumento dei debiti, povertà e disuguaglianza in molte parti del mondo – scrivono i firmatari -. Questo momento ci offre la possibilità senza precedenti di ricostruire insieme un sistema diverso che alimenti la salute, il benessere e la resilienza delle comunità e del pianeta per le generazioni future. Le misure e le politiche post-covid devono essere andare di pari passo con un’azione urgente e ambiziosa per affrontare la crisi climatica».

Le persone non vogliono tornare semplicemente alla «vecchia normalità», sottolinea la lettera. «Affinché siano attuati cambiamenti realistici e sostenibili, le discussioni devono anche aver luogo sotto l’egida delle Nazioni Unite, dove vi è ampia partecipazione dei paesi e della società civile – si legge ancora nel testo -. Bisogna stanziare adeguate risorse finanziarie per la salute pubblica e per la protezione sociale di centinaia di milioni di persone, i cui mezzi di sostentamento sono stati decimati a causa della pandemia e delle relative misure di contenimento».

Nel breve periodo, ciò significa: test a tappeto, fornitura di dispositivi di protezione, assicurazione sanitaria, vaccino accessibile e conveniente, sussidi al reddito di base, assistenza per la disoccupazione e sostegno alle piccole imprese.

Bisogna «annullare i debiti esterni dei paesi a basso e medio reddito (deleteri anche prima della pandemia), per liberare risorse affinché i governi possano rispondere efficacemente alla pandemia» sollecitano gli organismi religiosi. Serve inoltre «costruire la resilienza e il sostentamento delle persone e delle comunità e attuare una riforma fiscale globale per finanziare la ripresa».

Leggi la lettera completa in lingua inglese.

Foto Marcelo Schneider – CEC, 2018