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Stati Uniti, i luterani chiedono a Trump di accogliere più rifugiati

Fra alcuni giorni il governo federale renderà noto il limite annuale al numero di rifugiati che possono essere ammessi negli Stati Uniti. L’amministrazione Trump non ha ancora dato alcuna indicazione a riguardo, secondo il Lutheran Immigration and Refugee Service (Lirs), la più grande organizzazione legata a una chiesa negli Stati Uniti dedicata a servire gli immigrati.

Più di 200 pastori e vescovi della Chiesa evangelica luterana in America (Elca), la più grande denominazione luterana del paese, chiedono all’amministrazione di aumentare quel numero ad almeno 95.000  persone nell’anno fiscale 2021, che inizia a ottobre.

Nel frattempo, dei 18.000 rifugiati approvati dall’amministrazione per l’anno fiscale in corso, un minimo storico, solo 10.845 sono stati accolti regolarmente negli Stati Uniti.

«La reputazione un tempo incontaminata della nostra nazione come luogo di rifugio per gli oppressi e perseguitati di tutte le fedi è stata gravemente danneggiata», ha detto in una dichiarazione scritta Krish O’Mara Vignarajah, presidente di Lirs.

Vignarajah, un’ex rifugiata dallo Sri Lanka, ha raccontato di essersi domandata se la sua famiglia sarebbe ancora accolta nell’ America di oggi «se stessimo fuggendo dalla persecuzione etnica e religiosa che ci ha cacciati dalla nostra casa anni fa».

Nel 2019, Trump aveva fissato il tetto dei rifugiati a 30.000 persone. Il suo primo anno in carica il limite è stato di 45.000, sempre numeri bassi, il minimo di ammissioni stabilito da un presidente dall’inizio del programma di reinsediamento dei rifugiati negli anni ’80.

Alla fine del 2019, circa 79,5 milioni di persone nel mondo sono state sfollate con la forza dalle loro case, ovvero circa l’1% della popolazione mondiale. Tra questi, 26 milioni sono considerati rifugiati, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Il compito di aiutare i rifugiati a trovare una casa in America è svolto in gran parte da organizzazioni religiose. Dei nove gruppi autorizzati dal governo degli Stati Uniti a reinsediare i rifugiati, sei rivendicano un’affiliazione religiosa: LIRS, World Relief, Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, Church World Service, HIAS (fondata come Hebrew Immigrant Aid Society) e Episcopal Migration Ministries.

La scorsa settimana, i leader del Lirs e 243 membri della Chiesa evangelica luterana in America hanno inviato una lettera a Trump e al Segretario di Stato Mike Pompeo esprimendo sostegno al reinsediamento dei rifugiati e chiedendo agli Stati Uniti di ammettere almeno 95.000 rifugiati nell’anno fiscale 2021.

Questa è «una testimonianza dei valori della fede luterana nell’ amare il nostro prossimo, accompagnare i vulnerabili e accogliere lo straniero», dice la lettera.

Le congregazioni dell’Elca «hanno assistito i rifugiati con alloggi, corsi di lingua, ricerca di occupazione e supporto sociale necessari per la loro integrazione nelle comunità sin dagli anni ’80», si legge nella lettera. Ma la loro capacità di farlo dipende dalla «leadership morale» del governo. «Come persone di fede, crediamo di dover onorare la dignità di ogni essere umano, indipendentemente dall’origine nazionale. Abbiamo un impegno a seguire gli insegnamenti di Gesù e a sostenere la tradizione della nostra nazione di proteggere i perseguitati», si chiude nella lettera.

 
Foto da Living Lutheran