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In attesa dell’assegno

Se, come è stato annunciato dal Governo e approvato all’unanimità dal Senato, a partire dal mese di luglio verrà corrisposto alle famiglie un assegno per ogni figlio a carico, fino ad un massimo di 250 € mensili,  a partire dal settimo  mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età,  si dovrà  prendere atto che, finalmente, dopo le tante parole e promesse, si sta poco a poco passando ai fatti, almeno in qualche settore e sempre che siano sicuri i 20 miliardi indicati dal Presidente del Consiglio come finanziamento annuo, indubbiamente rilevante.

Con questa decisione entra nel nostro ordinamento un sostegno organico al posto del sistema attuale, complicato e discriminante verso i figli dei lavoratori autonomi, in buona parte verso quelli dei lavoratori precari fiscalmente incapienti e senza accesso all’assegno al nucleo familiare. La materia è complessa, nei decreti di attuazione bisognerà mettere in ordine situazioni assai diverse e perciò, da  un lato, non compromettere l’universalismo dei diritti, dall’ altro tener conto delle  reali condizioni, spesso assai diverse fra loro, delle famiglie. Ci sarà inevitabilmente una selezione basata sull’ Isee (chi è più ricco riceverà di meno), è prevista una maggiorazione per il terzo figlio, per i figli con disabilità, per la madre se più giovane di 21 anni e se entrambi i genitori lavorano. Ci sarà invece un assegno inferiore per i figli di età superiore ai 18 anni e fino a 21 se in formazione o in tirocinio.  Forse andrà rivista anche l’impostazione attuale per la presenza di disabili. La disabilità dovrebbe trovare un sostegno specifico, a prescindere dalla condizione di figlio.

Materia e decisioni difficili, soldi stanziati (ma ci saranno veramente a luglio sui conticorrenti?)  Le diverse opinioni possono trovare ragioni valide per un motivo o per un altro e dei compromessi saranno inevitabili. Speriamo sulle cose serie e non per attizzare continuamente il fuoco delle polemiche e delle reciproche accuse. La politica deve essere luogo di confronto ed elaborazione in vista della soluzione migliore, che, in questo caso e al di là di tutte le differenze e particolarità, dovrebbe consistere in un aiuto vero a chi ne ha realmente bisogno. Se ben distribuiti e non sprecati, i miliardi previsti potrebbero anche bastare. Per lo meno per guardare avanti sapendo che le pandemie, da quelle dei virus, a quelle delle crisi economiche, scolastiche, culturali, politiche, saranno superate. E ci sarà di nuovo da costruire, ricostruire, forse migliorare..