eglise-mostaganem

Chiesa protestante di Algeria fra pandemia e chiusure forzate

Nelle scorse settimane la Chiesa protestante d’Algeria è potuta tornare in possesso di uno dei propri edifici, la chiesa di Mostaganem, dopo un processo legale decennale. Ma, allo stesso tempo, continuano le chiusure amministrative dei luoghi di culto protestanti.

Poche le buone notizie per la Chiesa protestante in Algeria, che ha dovuto affrontare regolarmente la chiusura amministrativa dei suoi luoghi di culto da quando una legge del 2006 impone alle comunità di fede di ottenere permessi statali a vari livelli per poter operare. «Non ci è mai stato detto chiaramente chi contattare o quale procedura seguire per ottenerli», ha dichiarato al giornale francese Réforme Salaheddine Chalah, presidente della Chiesa protestante d’Algeria. Quest’ultimo, però in queste settimane ha trovato motivo di sollievo alla notizia che la giustizia ha finalmente deciso di restituire alla comunità una chiesa dedicata, da più di 15 anni, a un’associazione che lavora per i diabetici.

Il tempio si trova a Mostaganem, sulla costa algerina, a 360 km da Algeri. «Era stata ceduta dal vecchio consiglio della chiesa. Ma da dieci anni abbiamo avviato una procedura per recuperarlo», precisa Salaheddine Chalah. Il pastore è «felice che l’amministrazione sia stata in grado di riottenerla», anche se riconosce che questa decisione è simbolica, poiché la capienza del tempio non supera una trentina di posti.

Allo stesso tempo, il governo continua a reprimere la minoranza protestante algerina. «Poche settimane fa, a tre chiese è stata ordinata la chiusura nella città di Orano», riferisce Salaheddine Chalah.

Il 17 ottobre scorso Chalah aveva pubblicato un video su Facebook per denunciare, oltre a ciò, il fatto che le chiese protestanti non avessero ricevuto, a differenza delle moschee e delle chiese cattoliche, il permesso di riaprire dopo il confinamento. Queste lettere di autorizzazione non sono mai arrivate, quindi i templi alla fine hanno ricominciato ad accogliere i loro fedeli soltanto ad aprile 2021.

Questa svista, come i sigilli che colpiscono in particolare i luoghi di culto protestanti, potrebbe derivare «dal fatto che la Chiesa protestante è sotto la guida di algerini, mentre la maggior parte dei capi della Chiesa cattolica algerina sono stranieri. Penso che sia ciò che infastidisce un po’ le autorità», analizza il presidente della Chiesa protestante d’Algeria. Deplora, ancora, di essere accusato di condurre campagne di evangelizzazione, che afferma di non avere «né i mezzi né la possibilità» di intraprendere.

Queste restrizioni sono state oggetto di una lettera delle Nazioni Unite al governo algerino a dicembre che denuncia una situazione di violazione dei diritti umani. Ma lo Stato ha ribattuto, un mese dopo, che «le accuse sulla situazione dei protestanti in Algeria sono false».