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Caffarel: l’accordo tra azienda e sindacati al voto dei lavoratori

Un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale: questi i termini dell’accordo raggiunto venerdì scorso tra i vertici aziendale di Caffarel, storica azienda dolciaria di Luserna San Giovanni (To), e i sindacati di categoria, al termine di una contrattazione durata 7 ore. Accordo che proprio oggi sarà sottoposto al voto dei 328 lavoratori. All’inizio di giugno l’azienda aveva annunciato un esubero di 90 posizioni full-time e un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori, a rotazione «Abbiamo ottenuto che per 12 mesi non ci sia alcun licenziamento forzoso – spiega Lara Calvani di Flai Cgil – In questo periodo l’azienda dovrà mettere mano al settore marketing e migliorare i processi produttivi. Abbiamo inoltre ottenuto un importante piano di formazione e riqualificazione del personale attraverso gli strumenti del fondo nuove competenze, della formazione erogata dalla Regione e del Fondo Impresa. Infine un incentivo all’esodo per l’accompagnamento alla pensione o ad altro impiego»

Dal 1998 Caffarel è di proprietà della multinazionale Lindt & Sprüngli e negli ultimi dieci anni la situazione economica è sempre stata precaria: le perdite sono aumentate costantemente e nel 2020, complice la pandemia, i prodotti Caffarel sono stati tra i più determinanti nel calo del 24% delle vendite del gruppo. Una situazione che richiede una seria ristrutturazione sia nel processo produttivi che nella strategia di vendita «Il trend negativo dura ormai da più di 10 anni – continua Calvani – Il problema è quello di un portafoglio clienti costituito da piccole realtà che nel corso degli anni si sono ridotte, così come la capacità di spesa del target di riferimento. Occorre diversificare l’offerta e soprattutto sviluppare un sistema di vendita che sfrutti al meglio le opportunità offerte dall’e-commerce, oltre a un miglioramento nell’organizzazione dei processi produttivi».

Un piano che dovrebbe fornire all’azienda gli strumenti per il rilancio, a patto naturalmente che il gruppo proprietario creda realmente nelle possibilità di Caffarel «Il gruppo ha dichiarato pubblicamente di essere alla ricerca di un investitore – conclude Calvani – Il timore è che, come avviene spesso in questi casi, si tratti di un fondo speculativo che non ha tra le sue priorità lo sviluppo industriale, bensì il rientro rapido dagli investimenti e la distribuzione dei dividendi. Per ottenere questo obiettivo il rischio concreto è che la prima ad essere toccata per raggiungere l’obiettivo sia la forza lavoro. Proprio per questo nell’accordo abbiamo voluto inserire una clausola di salvaguardia sul perimetro aziendale e i livelli occupazionali».