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Che la Parola di Dio sia sempre sulla nostra bocca

Non togliere mai dalla mia bocca la parola giusta, perché spero nei tuoi giudizi
Salmo 119, 43

Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole
II Timoteo 4, 3-4

Non c’è luogo in Italia che non vanti una devozione tradizionale, il ricordo di qualche evento prodigioso o per il quale la “religiosità popolare” non dimostri un attaccamento particolare, da celebrare con gran rilievo. Più di qualche credente tiepido, se non anche freddo o gelido, per quanto non frequenti mai la messa alla domenica, non mancherà alla tradizionale festa, alla sagra, alla processione cui tutto il paese partecipa. La religione popolare è una sorta di “religione civile”, grandemente diversificata nelle sue forme di espressione e nella scelta delle figure cui tributare devozione e culto, identitaria e folcloristica, fatta di gesti e riti, condividendo i quali si manifestano conformità e appartenenza al proprio gruppo sociale. Queste forme di religiosità denunciano il permanere di elementi di paganesimo velati di cristianesimo con il beneplacito della chiesa maggioritaria, che, accogliendole, in qualche modo le strumentalizza a proprio vantaggio, senza riuscire, però, a superarle in una visione autenticamente cristiana. Per quanto formalmente monoteistica, la “religione popolare” fa riferimento a figure intermedie tra uomo e divinità cui attribuisce, com’era nelle diverse religioni politeiste, il dominio su particolari aspetti della vita. Spesso, poi, tale potere viene associato alla figura in questione – nella quasi totalità dei casi si tratta di santi – a partire da qualcosa che aveva caratterizzato la sua vita o la sua morte: così, ad esempio, Apollonia, cui, secondo la tradizione, furono tolti i denti con tenaglie, si invoca nel dolore di denti ed è protettrice di dentisti, igienisti dentali e odontotecnici… e gli esempi si potrebbero moltiplicare. Senza assumere atteggiamenti di antipatica superiorità, non possiamo esimerci, però, dal marcare e rivendicare la diversa spiritualità, fondata sulla Scrittura in quanto Parola di Dio, che contraddistingue la nostra fede di protestanti. Questo, dunque, ci conceda il Signore: che la sua Parola, giusta, vera e certa, sia sempre sulla nostra bocca per proclamare con forza, al cospetto della credulità che confonde la fede con le favole, “solo Cristo” e “solo a Dio gloria”.