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La teologia interculturale approda a Bossey

L’Istituto Ecumenico Bossey del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), propone un nuovo corso di formazione per gli iscritti, quello di Teologia interculturale. Didier Halter, direttore dell’Ufficio formazione della Facoltà teologica, ricordando la proficua collaborazione con i pastori delle chiese riformate della Svizzera romanda, e con i quali ha pianificato il corso, ha rilevato «Questa partnership è supportata da una rete ben più ampia, quella internazionale tra Italia, Belgio, Francia, Repubblica Ceca, Camerun, importante per l’incontro cristiani», precisa Halter.

Il primo corso di teologia interculturale vedrà 16 partecipanti lavorare fianco a fianco per sei fine settimana.

Halter, ha poi concluso «l’intento è quelli di fornire basi solide per migliorare la comprensione reciproca tra i leader religiosi e le diverse culture, superando pregiudizi per una comprensione cristiana plurale. «Le chiese – ha concluso il responsabile del corso -, dovranno anche sviluppare e condividere pratiche comuni per l’insegnamento del Vangelo».

I partecipanti «per lo più sono cristiani con un percorso migratorio», ha detto il pastore Benjamin Simon che dirige il programma del Cec per le relazioni ecclesiali ed è professore presso l’Istituto Ecumenico Bossey.

«La teologia interculturale non è solo utile, bensì necessaria –  ha aggiunto Simon -, in quanto mette in rete e in dialogo teologie diverse con un unico e preciso obiettivo, favorire la cooperazione tra le chiese e le comunità e la comprensione ecumenica».