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La Chiesa avventista di Baghdad ritratta in un nuovo francobollo

Un set di otto francobolli, uscito nel 2020, include il luogo di culto avventista di Baghdad, definito una delle chiese più belle della città. La serie è stata presenta di recente ai vertici dell’Unione di Missioni avventiste del Medio Oriente e dell’Africa del nord (Menaum) riuniti a Beirut, in Libano. La Menaum supervisiona le attività della denominazione anche in Iraq,
«È un vero onore per la nostra chiesa essere riconosciuta a livello nazionale» ha affermato Rick McEdward, presidente della Menaum. A suscitare stupore e gratitudine in McEdward sono le particolari circostanze religiose e politiche del Paese. «Anche se questa è una nazione a maggioranza musulmana, vi è ancora un senso di apprezzamento per la diversità e la libertà. E ciò è significativo, considerate le tragiche circostanze degli ultimi anni» ha aggiunto.

Ad avviare il progetto dei francobolli speciali è stato Garabet Manskan Armenak, ex direttore generale dell’ufficio cristiano nel Christian, Yazidi e Sabian Mandaean Endowments Divan (Consiglio) a Baghdad. «Volevamo ricordare al governo e al popolo iracheno che il cristianesimo è la religione più antica in Iraq presentando la bellezza delle vecchie chiese attraverso i francobolli» ha spiegato Armenak. «Il cristianesimo convive con le altre religioni in questo Paese. Non è una religione straniera».

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La chiesa avventista di Baghdad (riprodotta nei tre francobolli centrali dell’immagine qui sopra) venne consacrata nel 1961 ed era più di un bellissimo edificio. Era una comunità attiva, con persone che tenevano regolarmente eventi di testimonianza ed erano ben note nella capitale. Ogni anno la Scuola biblica estiva attirava centinaia di bambini e genitori. Il coro della chiesa cantava frequentemente nelle celebrazioni comunitarie nel periodo natalizio. Pur essendo prevalentemente musulmano, in quegli anni l’Iraq aveva una comunità cristiana attiva. È stato allora che la Chiesa avventista e altre minoranze cristiane hanno sperimentato un incoraggiante livello di sostegno e protezione. Erano riconosciute dal governo e avevano diverse comunità attive nel Paese.

Dopo la guerra del 2003, l’edificio della chiesa di Baghdad è stato bombardato nel 2004 e di nuovo nel 2006, ricorda George Shamon Yousif, responsabile legale della Chiesa avventista in Iraq. Anche se in seguito l’edificio è stato ricostruito dal governo, per motivi di sicurezza i membri di chiesa hanno iniziato a riunirsi nelle case private, perché la città viveva livelli crescenti di instabilità, terrorismo e rapimenti. Sebbene il luogo di culto alla fine sia stato riaperto, le porte sono state nuovamente chiuse nel 2017 perché in città erano rimasti solo pochi avventisti. «Quando penso alla porta sigillata della chiesa, mi viene da piangere» ha affermato Basim Fargo, pastore iracheno in pensione. A causa della crisi irachena e dei problemi che tutti i cristiani hanno dovuto affrontare, anche alcune altre chiese avventiste nel Paese sono inattive. «I membri hanno lasciato l’Iraq per la libertà e la sicurezza» ha detto Yousif «ma prego che tutte le chiese siano riaperte e tutti sentiranno parlare di Gesù».

«Una volta avevamo un ospedale, diverse scuole e sei chiese in Iraq» ha raccontato Darron Boyd, responsabile della Regione del Mediterraneo orientale, porzione della Menaum che ora sovrintende alla denominazione in Iraq. Fiducioso verso il futuro, Boyd ritiene che il governo iracheno stia incoraggiando la pace e la diversità. «I francobolli sono simboli della strategia del governo per riportare i cristiani» ha affermato. Ha poi riferito come, con un chiaro senso di missione e speranza, gli avventisti e i loro dirigenti abbiano offerto aiuto alla gente anche durante i tempi turbolenti.
«Seguiamo il metodo di Cristo con un lavoro tranquillo e personale. Continueremo ad andare avanti. Continueremo a servire. Dio aprirà una strada», ha concluso Boyd.

Fonte: Adventist Review online

Foto: Sara Calado