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L’emergenza climatica richiede profonde trasformazioni

In una lettera inviata ai leader del G20 i leader religiosi che rappresentano mezzo miliardo di cristiani in oltre 100 paesi, hanno ricordato ai leader mondiali che l’aumento delle temperature «avrà conseguenze sempre più disastrose sulle comunità povere e vulnerabili. Molte nostre congregazioni stanno sperimentando “sulla loro pelle” gli impatti climatici devastanti intensificatisi in questi ultimi tempi; molte di queste stanno rispondendo con azioni e proposte concrete», si legge nella lettera.

La causa principale dell’emergenza climatica è «l’attuale modello di sviluppo, l’ideologia basata sulla crescita economica guidata dai combustibili fossili». Poiché alcune economie sono diventate più ricche, si legge ancora «le comunità più esposte aiu cambiamenti climatici stanno  pagando un pesante prezzo. A meno che non vengano messi in atto cambiamenti radicali agli attuali modelli economici, attuando gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Obiettivi che se non saranno raggiunti vedranno la crisi climatica come un fenomeno inevitabile», si legge ancora.

L’umanità è oggi a un punto di svolta: «L’emergenza climatica richiede profonde trasformazioni verso economie net-zero entro la metà del secolo, in un quadro di giustizia e solidarietà». Questi cambiamenti devono avvenire come una «finestra di opportunità, come un percorso verso un futuro più giusto e più sostenibile».

La soluzione, chiude la lettera, si potrà avere solo con  «politiche economiche audaci che reinseriscano l’economia nella società e nell’ecologia, che tengano conto dei rischi e dei costi sociali ed ecologica e promuovano la ridistribuzione delle risorse per consentire spazio per i paesi a basso e medio reddito; combattendo la povertà aggravata dalla pandemia di Covid-19 e rispondendo alla sfida esistenziale del cambiamento climatico».

La lettera esorta i leader del G20 a liberare i paesi, in particolare quelli più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, dai loro onerosi e storici debiti esterni. Esorta i leader del G20 ad attuare tasse progressive sul carbonio e sull’inquinamento a vari livelli e a investire pesantemente nella protezione del clima e nel ripristino degli ecosistemi.

«In particolare modo -chiude la lettera -, privilegiare l’agroecologia, puntare sulla riforestazione e sui sistemi di energia rinnovabile. Ora è il momento di spingere verso una transizione rapida e giusta dai combustibili fossili verso le energie pulite e le rinnovabili, come il solare e l’eolico».