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Sviluppare le competenze per essere resilienti

«Sviluppare i punti di forza: promuovere la resilienza attraverso il potenziamento delle life skills» è il titolo del seminario che si svolgerà dal 19 al 21 novembre al Centro Ecumene di Velletri, 

in provincia di Roma. Una tre giorni di riflessioni e attività creative che ruotano attorno al tema della resilienza nella vita e nel proprio lavoro, in particolare nel lavoro pedagogico. Il seminario è infatti pensato per chi lavora con bambini e ragazzi, sia professionalmente che per volontariato. Guideranno le attività le pastore Hiltrud Stahlberger-Vogel e Ulrike Jourdan.

Spiega Hiltrud «L’idea del campo è nata in seguito all’osservazione che bambini e giovani soffrono ancora degli effetti che la pandemia ha avuto sulle nostre vite. Inoltre, essendo in piena crescita, devono affrontare tante sfide e tanti cambiamenti e, sviluppando le life skills, gli animatori possono aiutarli ad affrontare al meglio le sfide della vita quotidiana e anche questi avvenimenti drastici come la pandemia».

Cosa e quali sono le life skills? E perché è importante riconoscerle?

«Sono una serie di competenze di carattere cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo che ci possono aiutare ad affrontare le sfide della vita. In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato dieci abilità utili proprio a far fronte ai cambiamenti dell’infanzia e dell’adolescenza, come la conoscenza di sé, ossia dei propri punti di forza ma anche quelli che potremmo sviluppare ulteriormente. Tra le altre abilità, importanti sono la gestione dell’emozione e dello stress, l’empatia e la capacità di comunicare con efficacia, il pensiero creativo e la capacità di risolvere problemi e prendere decisioni risolutive. Se conosciamo queste abilità e le sappiamo utilizzare, esse sono dei validi strumenti che ci permettono di stare bene con noi stessi e con gli altri, poter adottare uno stile di vita sano e dare un contributo costruttivo all’ambiente in cui viviamo».

La resilienza è un concetto molto usato oggi e può assumere diversi significati a seconda del punto di vista. Cosa significa essere resilienti nell’ambito pedagogico?

«Significa essere capaci di affrontare gli avvenimenti stressanti, saper riorganizzare la propria vita e ripristinare l’equilibrio vitale nonostante quanto ci è accaduto. Tutti noi abbiamo bisogno di una certa resilienza e di andare avanti nonostante la crisi che stiamo vivendo. Ciò che conta è che la resilienza non è una capacità innata, ma può essere sviluppata e migliorata, e dotarsi delle life skills può contribuire allo sviluppo della resilienza». E una maggior resilienza, come già sottolineato, determina un miglioramento dei rapporti con gli altri e soprattutto con i più giovani.

La chiave per essere resilienti quindi è il potenziamento delle life skills. Ma come si fa? 

«La maggior parte del campo consisterà nel mettere in pratica quello che abbiamo scoperto nei  primi momenti di incontro e riflessione. Faremo tanti giochi attraverso i quali espanderemo la nostra autoefficacia, ossia la capacità di riconoscere che si è riusciti a risolvere un problema. I giochi sono pensati per allenarsi ad esprimere efficacemente le proprie emozioni, a sviluppare l’empatia e migliorare la comunicazione con chi ci rapportiamo. Si tratta di giochi di ruolo il cui filo conduttore è la storia biblica di Davide e Golia.» 

I giochi svolti durante il weekend saranno poi riproducibili in qualsiasi tipologia di attività con i ragazzi, dal campo musicale a quello di carattere sociale, e non necessariamente legate a un contenuto biblico.

Per informazioni, scrivere a: ecumene.velletri@gmail.com