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La Parola e l’incontro di Dio con noi

Nel panorama editoriale italiano non mancano esposizioni complessive, incisive, agili ed essenziali della fede cristiana dal punto di vista evangelico, rivolte a persone di media cultura. Diverse di esse sono pubblicate dall’Editrice Claudiana – penso a Per una fede, di Giovanni Miegge, e più recentemente a Libertà di credere, di Fulvio Ferrario – ma anche le Edizioni Paoline hanno contribuito alla divulgazione di opere simili, con la Introduzione alla teologia evangelica, l’ultimo corso universitario di Karl Barth. Queste trattazioni, per quanto profonde, accessibili ed efficaci, muovono però tutte da un piano schiettamente teologico, tendono cioè a parlare di Dio e della sua Parola, inquadrandoli anzitutto come problemi e sfide per il pensare e il parlare umani, ossia rivolgendosi al mondo culturale circostante.

L’ultimo libro di Bruno Rostagno: Dio incontra, ama, unisce* è inteso anch’esso come esposizione complessiva e sintetica della fede cristiana, ma a differenza dei precedenti, l’autore mette subito in chiaro, con grande onestà, il suo approccio non accademico, bensì ecclesiale e pastorale, pur «sperando in una possibilità di dialogo con chi non è cristiano o cristiana» e lasciando quindi potenzialmente aperto il suo discorso (ma solo in speranza) verso chi si pone oltre i confini visibili della chiesa. L’essenzialità di quest’opera è voluta e assunta a metodo: l’autore cita esclusivamente testi biblici, per tener fede al proposito di concentrarsi su ciò che ritiene «essenziale» (p. 7).

In sole quattro pregnanti frasi, Rostagno oltrepassa il problema “Dio per il pensare umano”: «Oggi cresce il numero di coloro che non credono in Dio. Si accorgono di non riuscire a incontrarlo. (…) I testimoni biblici non dicono come sono riusciti a incontrare Dio; parlano di come Dio li ha incontrati. Se Dio ci incontra e ci parla, sappiamo anche come parlare di lui» (p. 14). Il piano sul quale la comunicazione tra Dio e l’essere umano avviene è anzitutto quello dell’“incontro”, un termine che ha umanamente risonanze più ampie di quello della sola “Parola”, che pur vi è ricompresa – e le ha tanto più oggi, dopo quasi due anni di pandemia e distanziamento!

Rispetto al classico approccio teologico evangelico, che muove da Dio che “parla” e dal problema della infinita “differenza” tra Parola di Dio e parola umana, Rostagno utilizza in quest’opera un tono e un respiro diversi. La Parola resta più che mai centrale («Secondo la testimonianza biblica, Dio ci incontra attraverso la sua Parola», p. 17). Essa però accade non già al centro di nulla, bensì al centro dell’“incontro” di Dio con noi: è questo a darle, per così dire, corpo, contesto e significato per noi. Lo spostamento è quasi impercettibile, ma l’esito comunicativo è incomparabilmente più diretto: l’essere umano, invece di sentirsi annichilito difronte a una Parola aliena, trascendente e inarrivabile, si sente accolto e interpellato nella sua concreta umanità.

Il fatto che Dio decida di farsi incontro a noi nella concretezza della nostra umanità, non significa però che tutto vada bene così. Dio ci si fa incontro per come siamo, ma non lascia che restiamo tali: «Vi sono stati momenti in cui l’incontro c’è stato. Non sono stati momenti tranquilli. (…) Quando Dio ci incontra accade un mutamento che interviene nella nostra coscienza e ci impedisce di dire: son fatto o fatta così e non posso cambiare. Il cuore di pietra, insensibile, sordo, ribelle, è sostituito. Al suo posto riceviamo un cuore che batte, (…) un cuore di carne, fragile (…), ma anche vivo (…). Questo cuore è uno spirito nuovo». Ciò accade nella sua pienezza nell’incontro con Gesù: «La sua intera disponibilità all’incontro diventa, mediante lo Spirito, anche la nostra disponibilità all’incontro con Dio» (pp. 17-18).

Il volume è diviso in tre ampie sezioni: “La Grazia del Signore Gesù Cristo”, “L’amore di Dio” e “La comunione dello Spirito santo”, titoli che seguono le tre affermazioni paoline della benedizione che conclude la II Epistola ai Corinzi. Fra queste pagine, tanto semplici quanto profonde, spiccano quelle su Israele e la chiesa, sul regno di Cristo e la chiesa, nonché la splendida analisi dell’inno paolino all’amore (I Cor. 13), letto nella concretezza della vita comunitaria. L’ultima sezione poi, quella sulla comunione, è una grande sintesi di pratica pastorale vissuta, da raccomandare alla lettura anche di chi si prepari al ministero nelle chiese.

Questo libro, ultimato dal pastore Rostagno pochissimi giorni prima di cadere gravemente malato e di essere dopo breve tempo chiamato presso il Signore, costituisce un prezioso ed estremo frutto di quella fertile stagione di risveglio della fede e di profonda riflessione sulla Parola di Dio nella realtà umana, che ha attraversato il cosiddetto “secolo breve”, e che ancora non cessa di rivolgerci l’annuncio lieto e sconvolgente dell’evangelo.

* Bruno Rostagno, Dio incontra, ama, unisce. Torino, Claudiana, 2021, pp. 165, euro 15,00.