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Denuncia alla Francia per la mala-accoglienza delle persone migranti

La commissione parlamentare d’inchiesta su “Migrazione, spostamento della popolazione e condizioni di vita e accesso ai diritti dei migranti, dei rifugiati e degli apolidi rispetto agli impegni internazionali della Francia” ha pubblicato il suo rapporto. È drammatico, allarmante ma corretto, leggere nel testo che «La Francia ha a più riprese mostrato un approccio di maltrattamento e ostracismo verso le persone migranti». La Commissione è stata creata a seguito di numerose richieste in tal senso portate avanti dalle associazioni umanitarie che operano sul campo e che da anni sono testimoni dei soprusi e delle violenze che persone stremate e deprivate devono patire lungo le linee di frontiera.

La Commissione è stata avviata nell’aprile 2021 e a settembre è stata in visita nelle zone di confine del Monginevro, sulle Alpi fra Italia e Francia. Il presidente della Commissione è il parlamentare Sébastien Nadot, mentre la relatrice è Sonia Krimi.

La Commissione evidenzia le gravi conseguenze del ristabilimento del confine franco-italiano per gli esuli e i rischi molto significativi, a volte fatali, che ciò comporta. Inoltre, «le violazioni dei diritti alle nostre frontiere sono state abbondantemente registrate e denunciate dalla Commissione nazionale per i diritti umani, dal Difensore dei diritti e dalle associazioni che operano sul posto. È ora di cessare tali azioni». La Commissione insiste anche sulla privazione della libertà alla frontiera e sul respingimento effettuato senza un esame individuale della situazione del soggetto interessato e ha condannato con fermezza la gestione dell’emergenza umanitaria a Briançon e dintorni, e ha stigmatizzato le parole del prefetto di zona e ha chiesto alle autorità competenti se tali atteggiamenti di chiusura non configurano ipotesi di reato per mancata assistenza pubblica di soggetti in pericolo.

La Commissione non è interessata solo al confine franco-italiano. Ha stimato le spese relative alla gestione della questione migratoria per lo Stato a Calais. Conclusione non sorprendente, ma chiarificatrice delle priorità: nel 2020 la spesa per le forze dell’ordine è 3,5 volte superiore alla spesa per alloggi e aiuti umanitari. Quando la mobilitazione delle forze dell’ordine costa 86.435.000 euro, l’alloggio e gli aiuti umanitari ammontano a soli 24.500.000 euro. Per anni, lo Stato ha fatto la scelta disumana di militarizzare i confini e di mettere deliberatamente in pericolo la sopravvivenza degli esuli.

«Questo lavoro coscienzioso dei parlamentari, molti dei quali appartenenti alla maggioranza, è di grande aiuto. È coerente con il lavoro che svolgiamo dal 2015 di fronte alla violenza di Stato, alla militarizzazione delle frontiere e alle violazioni dei diritti umani» raccontano in un comunicato i solidali dei confini, da Amnesty alla Cimade, associazione umanitaria di matrice protestante.

«Le nostre associazioni apprezzano il tono generale della relazione della Commissione, che mostra chiaramente l’assoluta necessità di profonde modifiche alle politiche attualmente in atto affinché i diritti fondamentali delle persone in esilio siano effettivamente rispettati.

Diverse raccomandazioni si avvicinano alle proposte delle nostre associazioni, come quella particolarmente strutturante di voler decentrare la politica migratoria tra più ministeri in luogo dell’attuale gestione ad opera del Ministero dell’Interno».

Per Véronique Devise, presidente nazionale del Secours Catholique-Caritas France, «Va notato con soddisfazione che i deputati, a proposito della situazione a Calais, dimostrano a loro volta che la politica dei grandi assembramenti non è una soluzione, è gravemente offensiva della dignità degli esiliati, e viceversa andrebbero creati piccoli luoghi di accoglienza lungo tutta la costa franco-britannica».

Jean-Claude Samouiller, vicepresidente di Amnesty International Francia: «Accogliamo con favore il fatto che la commissione parlamentare d’inchiesta chieda la fine delle pratiche illegali alle nostre frontiere con l’Italia (respingimenti tempestivi, mancato accesso all’asilo, mancanza di protezione per i minori non accompagnati, etc.). Le nostre associazioni e molte autorità denunciano da anni queste azioni, che si osservano anche al confine franco-spagnolo. La Commissione ricorda inoltre che le persone arrivate nel territorio devono essere accolte con dignità e non lasciate fuori al freddo come avviene attualmente a Calais o a Briançon. Amnesty International accoglie con favore il richiamo da parte del presidente della Commissione sugli impegni nazionali, europei e internazionali assunti dalla Francia per il rispetto dei diritti umani: questi diritti non sono facoltativi».

Secondo Fanélie Carrey-Conte, segretaria generale di Cimade «È una fortuna che la proposta, a lungo sostenuta dalle associazioni, di abolire il regolamento di Dublino sia stata ascoltata e accolta dai membri della Commissione parlamentare d’inchiesta. È infatti urgente porre fine a questa logica che dissuade ed esclude le persone in cerca di protezione, per avviare, al contrario, una vera politica europea di accoglienza».