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Trieste. Libertà, responsabilità e servizio in tempo di Covid

 

Una risposta – o quanto meno una serie di riflessioni e un invito al dialogo – alla situazione di tensione di cui è protagonista, ormai da diverse settimane, la città di Trieste. A scriverla, nero su bianco in un comunicato stampa diramato il 27 novembre, i Consigli congiunti delle chiese metodista e valdese (organo elettivo che gestisce la vita della comunità, ndr) della città.

«In un mondo dove le parole dette superano di gran lunga le parole ascoltate, dove le parole sono sovente urlate come definitive e indiscutibili, le nostre chiese, fedeli alla vocazione di annunciare l’amore di Dio alle donne e agli uomini, aspirano a un parlare sobrio e a sussurrare una parola possibile, che sia allo stesso tempo spirituale e laica, con uno sguardo a Dio e uno al nostro prossimo», si legge nell’incipit della nota.

Proprio da oggi il Friuli-Venezia Giulia torna a essere in zona gialla e scatta così l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto.

«Preoccupati e preoccupate del protrarsi della pandemia e delle tensioni sociali, che sembrano aver trovato nella nostra città un terreno fertile», i Consigli delle chiese metodista e valdese del capoluogo giuliano esprimono una serie di valutazioni.

In primis, la volontà di entrare nel dibattito in modo civile,  pacato, non tranchant: «rivendichiamo la distinzione tra una parola autorevole e una parola definitiva. Le parole della chiesa possono essere autorevoli, ma mai definitive […] . La scienza, come la chiesa, è intimamente “democratica”: non perchè le decisioni siano approvate “a maggioranza” ma perchè essa è al servizio delle persone e a loro risponde», continua la nota.

Quanto al vaccino, «ci piace sottolineare l’aspetto altruistico della vaccinazione, dove l’individuo non protegge solo sé stesso ma contribuisce alla protezione di tutta la comunità» e «rileviamo l’enorme privilegio della nostra società che accede facilmente a vaccini e cure. Esortiamo chi governa a operare affinché i vaccini e le cure possano essere a disposizione anche di chi vive in paesi più poveri», perchè «se un diritto non è condiviso, allora si tratta di un privilegio».

Infine, un appello per il futuro. «Constatiamo che l’attuale diatriba su vaccini e green pass abbia svolto in parte il ruolo di catalizzatore del disagio di chi è o percepisce di essere emarginato dalla società – concludono i consigli metodista e valdese della chiesa di Trieste – . Quando la pandemia sarà passata, temiamo che questo disagio resti non ascoltato e non affrontato. Nell’ottica teologica del gregge, ricordando che Cristo ci esorta a lasciare temporaneamente da parte le novantanove pecore (Luca 15) per occuparsi dell’unica che si è smarrita, affermiamo che nessuna persona deve essere lasciata indietro. Questa è una vocazione che riguarda tutte e tutti, ciascuno e ciascuna nel proprio ruolo».

 

Foto di T137