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Liberati altri tre missionari rapiti ad Haiti

Altri tre dei 17 missionari della missione protestante statunitenze Christian Aid Ministries rapiti ad Haiti il ​​16 ottobre scorso, sono stati rilasciati domenica sera. L’annuncio è stato dato ieri dall’organizzazione missionaria con sede in Ohio, che esorta i credenti sparsi nel mondo a continuare a pregare per i 12 missionari ancora tenuti prigionieri dalla famigerata banda armata chiamata « 400 Mawozo».

«Siamo grati a Dio che altri tre ostaggi siano stati rilasciati la scorsa notte», si legge nella dichiarazione rilasciata lunedì mattina da Christian Aid Ministries. «Coloro che sono stati rilasciati sono al sicuro e sembrano in buone condizioni», si legge ancora. «Come già accaduto la volta scorsa, non siamo in grado di fornire i nomi delle persone rilasciate, le circostanze del rilascio o altri dettagli».

L’organizzazione no profit ha esortato i sostenitori a partecipare al digiuno e alla preghiera per i prossimi tre giorni a favore della liberazione degli ostaggi rimasti.

«Per favore, continuate a intercedere per coloro che sono ancora detenuti e per coloro che sono stati rilasciati», si legge nella dichiarazione. «Desideriamo che tutti gli ostaggi si ricongiungano ai loro cari. Grazie per il vostro sostegno nella preghiera».

La notizia arriva appena due settimane dopo il rilascio di due ostaggi, descritti come adulti malati.

Una fonte a conoscenza dei due rilasci ha detto al The Miami Herald che nessun riscatto è stato pagato, anche se il capo della banda dei 400 Mawozo, Wilson Joseph, aveva minacciato di uccidere tutti i missionari se il suo gruppo armato non avesse ricevuto 1 milione di dollari per ciascuno degli ostaggi.

Al momento del rapimento, il gruppo di missionari comprendeva sei uomini, sei donne e cinque bambini (16 americani e un canadese), di età compresa tra gli 8 mesi e i 48 anni.

Mentre erano in corso le trattative tra la banda e i funzionari di Haiti e dei governi degli Stati Uniti per il rilascio dei missionari, è circolato sui social media un video di Wilson Joseph nel quale il boss del crimine dichiarava di non era soddisfatto del ritmo con cui procedevano le trattative.

«Giuro che se non ottengo ciò che chiedo, metterò una pallottola in testa a questi americani», aveva minacciato Joseph nel video circolato a fine ottobre.

Da subito il presidente degli Usa, Joe Biden, è stato informato quotidianamente sullo stato dei missionari. Poco dopo il rapimento, tre agenti dell’FBI sono stati dispiegati ad Haiti, e Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha affermato che gli Usa hanno inviato «un numero significativo di specialisti delle forze dell’ordine e specialisti del recupero di ostaggi a lavorare a stretto contatto con il ministero, le famiglie e il governo haitiano per cercare di coordinare e organizzare la liberazione».

«Stiamo esaminando ogni possibile opzione su come procedere», ha spiegato Sullivan. «Sarò rispettoso di quella che ovviamente è una situazione delicata, e non dico di più, a parte il fatto che abbiamo messo in atto le risorse che riteniamo possano servire a concludere questa situazione in maniera positiva».