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Viaggio nell’infinitamente piccolo

Le antiche dispute tra teologi, che appassionavano (e dividevano) anche le masse, sono in qualche modo tornate di attualità grazie non più ai teologi ma ai virologi. Per carità sono due mondi lontani, teologia e virologia, ma hanno un punto in comune. Entrambi affrontano questioni di vita o di morte. La salvezza nell’al di là, la salvezza nell’al di qua. Mentre la teologia oggi accende passioni per pochi, la virologia (da due anni) coinvolge e divide molti. Ci dobbiamo fidare degli scienziati, affidarci a loro senza capirci granché. Un brutto colpo per noi che predichiamo, da buoni protestanti, la necessità del ragionamento, della conoscenza, della critica: rischiamo, con la scusa che sono temi specialistici, di accontentarci di luoghi comuni. Sei milioni di non-vaccinati non hanno argomenti convincenti che siano basati su evidenze scientifiche. Sono ostaggi della disinformazione. Noi che scienziati non siamo, a nostra volta dobbiamo provare almeno a farci una nostra opinione sulla realtà del virus e dintorni: questione scientifica, sì, ma non per questo incomprensibile. Vale per la teologia (credere e comprendere) e vale per la virologia (ricercare e giungere a risultati suffragati da evidenze scientifiche ).

Riflettendo su questi temi, mi sono imbattuto in un testo di Alberto Mantovani* dal quale non sono più riuscito a staccarmi. Divulgativo ma non superficiale. Tecnico e umanistico insieme. L’autore è conosciutissimo nella letteratura scientifica internazionale. Sulla base di una vasta documentazione, lo stesso dimostra come le scoperte della ricerca scientifica, della biomedicina, si traducano, sovente, in benefici clinici. Ma incontriamo anche pagine di storia con le vicende di scienziati (molti i premi Nobel), che nell’intreccio tra ricerca di base e clinica approdano, a nuove conoscenze con benefici per tutti.

L’autore, medico e immunologo, ci accompagna nell’attraversamento di un territorio poco noto, l’immunologia, ovvero la nostra capacità di difesa dalle aggressioni esterne. L’immagine è quella dell’orchestra dove ogni musicista ha un preciso compito da svolgere per realizzare, insieme agli altri, una sinfonia perfetta. Che è la barriera contro l’aggressore. Capire, anche solo a grandi linee, il funzionamento del sistema immunitario ci aiuta a meglio comprendere la necessità dei vaccini. Che hanno già sconfitto malattie gravi di cui oggi non ricordiamo neppure più i loro effetti devastanti: vaiolo, difterite, poliomielite… L’utilizzo dei vaccini per arrestare l’attuale pandemia di Covid-19 ha dietro sé una lunga storia che riguarda anche la lotta contro il cancro.

Mantovani fa proprio l’invito che Karl Popper rivolse agli scienziati: «presentare il frutto dei propri studi nella forma più chiara, più semplice e più modesta possibile». Un intento pienamente raggiunto in questo libro che arriva al momento giusto, di piacevole lettura, capace di fornirci informazioni chiave per comprendere realtà e prospettive della ricerca scientifica sui microrganismi. Lavoro che ha già consentito e consente di salvare milioni di vite umane. Il miglior alleato del diffondersi del virus è la disinformazione o peggio l’intreccio di comunicazioni contradditorie che creano disorientamento. Scuotersi di dosso la pigrizia del non capire e cercare di documentarsi su fonti attendibili rimane il modo migliore per onorare il grande lavoro della comunità scientifica. Meno applausi e più impegno nella ricerca personale della verità. 

Alberto Mantovani (con Monica Florianello), L’orchestra segreta. Come funziona il sistema immunitario dai tumori al COVID. Milano, La Nave di Teseo, 2021, pp. 250.