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Il primo numero di Confronti del 2022

Centootto è il docufilm di Confronti e Fai Cisl che racconta dei pescatori di Mazara del Vallo che solo un anno fa vennero sequestrati e messi in carcere per più di cento giorni, sopportando angherie di ogni sorta.

Lo abbiamo presentato a Roma, al Cinema Troisi a Trastevere, uno spazio di cultura aperto a tutti e a tutte recentemente restituito alla città di Roma, dopo anni di abbandono, dall’Associazione Piccolo America e dotato di una sala cinematografica all’avanguardia e di un’aula studio sempre aperta.

Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha così commentato durante la tavola rotonda: «Quello che sta accadendo nel Mediterraneo è emblematico di come le persone senza potere siano prese in ostaggio dentro logiche che ormai hanno ben poco di civile, che si tratti di pescatori o di profughi e migranti; questa è la condizione strutturale del Mediterraneo da quando abbiamo preteso di trasformare un mare che è sempre stato luogo di comunicazione in un muro d’acqua. Una delle follie più grandi che abbiamo consumato tra la  fine del Novecento e l’inizio di questo secolo».

Tra gli altri anche Goffredo Fofi ha preso la parola, ricordando come «bisogna essere contenti del fatto che ci si occupi del mare perché la cultura italiana se ne è occupata pochissimo»; e aggiungendo: «Sono grato agli autori del documentario e delle foto perché ci ricordano che siamo contadini, montanari, operai, impiegati, commercianti, artigiani ma anche gente di mare; questo  film mi ha commosso perché mi ha ricordato un’altra tragedia del mare, quando a Natale del 1968 a San Bene- detto del Tronto un barcone si è rovesciato a causa della tempesta intrappolando tutti i pescatori a bordo, quasi tutti di quella zona.

Lo Stato non si mosse. I miei amici di Lotta Continua, guidati da Roberto Novelli occuparono la stazione per protesta, poi i giovani di destra occuparono l’autostrada interrompendo i rapporti tra nord e sud Italia. A quel punto lo Stato si decise a intervenire ma i 40 pescatori erano tutti morti. Nel mare ci sono continuamente tragedie perché il mare è bizzarro e del mare bisogna occuparsi. Per questo un documentario come questo serve a ricordarci che siamo mare, e il mare è qualcosa che ci riguarda».

Il giorno dopo la presentazione, che è avvenuta il 21 dicembre scorso, sempre su Avvenire Nello Scavo ha ricordato che ora, grazie al lavoro di Giuseppe Ciulla e Catia Catania, che per Bompiani hanno dato alle stampe La Cala. Cento giorni nelle prigioni libiche, abbiamo il nome di chi torturava nella carceri libiche i prigionieri. 

Bashir Al Jahni, «il famigerato capo delle guardie di El Kue a», come lo definiscono Ciulla e Catania. È proprio così. Anche nel  film Centootto il macchinista Nuccio ricorda con voce rotta le torture, le grida, la paura che veniva loro inculcata dal torturatore Bashir.

A Trastevere c’erano anche loro, i pescatori e le loro famiglie che con noi hanno vissuto la giornata di festa: proiezione del  film, presentazione libro La Cala, e inaugurazione della mostra dedicata alla loro storia, a  firma di Michele Lipori di Confronti.

Grande è la nostra soddisfazione, non per le opere realizzate, ci mancherebbe, ma per aver contribuito a far vivere e non dimenticare le storie dei pescatori: perché sono le storie del nostro Mediterraneo, di incontri e scontri, di lavoro e famiglie, di cambiamenti, «meticciato», vita; di equilibri politici e geopolitici; di economia e leggi del mare. Tutti i temi che da sempre sono “confronti”. E, come ricordato, abbiamo contribuito a chiedere giustizia, a ricordare che a poche miglia marine dalle nostre coste c’è ancora troppa sofferenza tortura, nessuna difesa dei diritti umani, soprusi. Le ferite del Mediterraneo rimangono le ferite di tutti, e Centootto vuole essere testimonianza dei racconti del mare di oggi. Vivono ora impresse, queste parole e queste testimonianze, nelle pagine del libro, nel  filmato di Centootto, nelle fotografie di Lipori. Non resta che dire grazie ai mazaresi, che hanno aperto le loro porte, e i loro cuori, a tutti noi. È nato un a etto, e un amore, che non ci lascerà più.