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Morta Maxine McNair, l’ultimo genitore superstite delle 4 ragazze uccise nella chiesa battista in Alabama nel 1963

Maxine McNair, l’ultimo genitore vivente di una delle quattro ragazze nere uccise in un attentato  dinamitardo a una chiesa battista in Alabama il 15 settembre 1963, è morta ieri domenica 2 gennaio. Aveva 93 anni.

La figlia di McNair, Denise, di 11 anni, è stata la più giovane ragazza uccisa nell’orrendo attentato alla 16th Street Baptist Church di Birmingham in Alabama, Con lei vennero barbaramente assassinate tre quattordicenni: Addie Mae Collins, Carole Rosamond Robertson e Cynthia Dionne Wesley.

Tre membri del Ku Klux Klan furono condannati, il primo nel 1977 e gli altri due soltanto nei primi anni 2000. Maxine McNair ha lavorato come insegnante per oltre tre decenni nelle scuole pubbliche di Birmingham. 

Il marito di Maxine, Chris McNair, è morto nel 2019 all’età di 93 anni. È stato uno dei primi membri neri della legislatura dell’Alabama e commissario della contea di Jefferson.

Nel 2013, Maxine McNair ha partecipato a una cerimonia nello Studio Ovale in cui il presidente Barack Obama ha conferito alle quattro ragazze la Medaglia d’oro del Congresso, una delle più alte onorificenze civili del paese.

Denise McNair era una delle cinque ragazze che si erano trovavano in un bagno al piano interrato della 16th Street Baptist Church il 15 settembre 1963, quando una bomba a tempo piazzata dai membri del Ku Klux Klan esplose sotto una rampa di scale.

La quinta ragazza e sorella di Addie Mae Collins, Sarah Collins Rudolph, rimase cieca da un occhio. 

L’attentato alla chiesa avvenne durante il culmine della lotta per i diritti civili in America, e mentre le scuole pubbliche di Birmingham venivano desegregate. Le quattro ragazze sono diventate l’emblema dell’odio razzista emanato da gran parte dell’opposizione alla parità di diritti. L’Alabama era probabilmente lo stato più razzista d’America e Birmingham era il fulcro di questo odio nei confronti delle persone di colore. Non a caso proprio in quel 1963 da Birmingham aveva preso le mosse, su iniziativa dello stesso Mlk, una campagna non violenta per obbligare media, società civile e politica a raccontare e farsi carico del problema. La chiesa battista della sedicesima strada era una delle sedi e punto di ritrovo degli attivisti, e per questo scelta dai membri dell’organizzazione razzista e suprematista per l’attentato. 

Le proteste aprirono la strada all’approvazione l’anno seguente, il 1964, del Civil Rights Act, che sancì finalmente l’illegalità della segregazione razziale negli Stati Uniti.

L’orazione funebre venne affidata al pastore battista Martin Luther King che terminò così il suo intervento: «Chi resterà saldo scoprirà che Dio cammina con lui, e che Dio è in grado di sollevarti dal peso della disperazione e porti nella forza della speranza, e trasformare valli oscure e desolate in sentieri di pace interiore riscaldati dai raggi del sole. Il sangue versato da queste ragazze innocenti possa portare tutta la cittadinanza di Birmingham a trasformare gli estremi negativi di un passato oscuro negli estremi positivi di un futuro luminoso. Che questo tragico evento possa portare il Sud bianco a una resa dei conti con la sua coscienza».

 

 

Foto: Di Jet Lowe, Historic American Buildings Survey, La chiesa battista della Sedicesima Strada