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Volontariato internazionale con la Diaconia valdese: le storie

Da pochi giorni l’ufficio volontariato e mobilità giovanili della Diaconia Valdese ha aperto la call per opportunità di volontariato all’estero a partire dall’autunno 2022

Il bando è aperto a giovani di età compresa tra i 18 e 30 anni. Fino al 10 aprile 2022 è possibile presentare domanda di partecipazione.

Le opportunità di volontariato sono tutte in ambito sociale: è possibile prestare servizio con minori, migranti, anziani, giovani e adulti in difficoltà. Le destinazioni al momento disponibili sono Francia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Norvegia, Ungheria, Belgio – ma potrebbero aggiungersene di nuove in itinere.

Sul sito della Diaconia Valdese – nella sezione dedicata al volontariato internazionale – si possono trovare maggiori informazioni, sia per quanto riguarda le destinazioni ed i progetti (infopack per ogni destinazione) sia per le modalità di presentazione della domanda e di successive selezione e partenza.

Per ulteriori informazioni si può scrivere anche a volontariato@diaconiavaldese.org o contattare telefonicamente l’ufficio volontariato e fissare un appuntamento sia di persona sia da remoto (0039 348 7978745).

Qui di seguito il racconto delle esperienze dello scorso autunno di una delle volontarie; buona lettura.

Ciao a tutti e tutte, mi chiamo Erica e un mese fa, dopo un giorno di autobus, arrivavo ad Ostrava nel freddo delle sei del mattino, e poi a Krnov, una cittadina ceca di venticinquemila abitanti al confine con la Polonia, dove scoprivo di essere l’unica volontaria e di avere un appartamento per me sola. Non volevo rovinarmi la sorpresa prima di partire così la sorpresa c’è stata.

Da allora faccio l’equilibrista per gioire di quello che vivo in solitudine e allo stesso tempo aprirmi al nuovo mondo in cui mi trovo.

Sono fortunata, il mio paese è molto bello, circondato da campagna, prati e boschi. Ogni giorno, che sia per una macchia di alberi che sfuma verso l’inverno o per un tramonto tra mille nuvole, scopro un colore che mi sembra di non aver mai visto prima, e con la macchina fotografica, i pennelli o le parole cerco un modo per imprimerlo più a fondo dentro di me. Ma il vento soffia sempre forte qui e si porta via tutto in fretta.

Alla disperata ricerca di parole sono ogni volta che metto i piedi fuori casa: ora riesco ad orientarmi meglio, ma all’inizio per me ogni insegna, ogni cartello non aveva alcun significato, e certi giorni tornavo a casa a riposarmi dopo aver semplicemente trascorso qualche ora in paese fermandomi a tradurre ogni scritta. Ma studiare una nuova lingua è bello, e in ceco ho già trovato qualcosa che mi emoziona, ad esempio i nomi dei mesi: “novembre” si dice “listopad”, “list” significa “foglia” e “pad” è legato al cadere.

Con il dizionario o il traduttore alla mano devo stare anche quando incontro le persone o entro in un negozio, perché è raro trovare chi parli inglese. Lavoro con bambine e ragazzi tra i sette e i sedici anni, ogni giorno vado in un paesino diverso, nei dintorni di Město Albrechtice, a trascorrere il pomeriggio giocando con loro. Il primo giorno gesticolando mi sono fatta insegnare come si dice “io ho un cane”. Poi ho imparato i colori giocando a Uno, i numeri fino a dieci tenendo il punteggio del calcetto, e qualche ingrediente per spiegare le ricette dei dolci con la zucca. Per il resto gesticoliamo, e se a volte è facile trascorrere un pomeriggio giocando a pallone in cortile urlando semplicemente “goal”, altre volte muoio dalla voglia di avere le parole per dire che sono lì per loro e per sapere come stanno, cosa pensano, o semplicemente chiacchierare. Per adesso posso solo chiedere loro “come stai?”, ricambiare i loro abbracci e sorridere mentre si scatenano ballando le loro musiche preferite.

Un po’ di persone con cui parlare in inglese ci sono, e sto cercando di incontrarle in tutti i modi. Mi sto scoprendo molto più espansiva di quanto pensassi, tanto qui non mi conosce nessuno: cos’ho da perdere? Allora tanto vale dare tutta me stessa durante il seminario di arrivo, per poi trascorrere ore e ore in treno per rivedere lз altrз volontariз. Ma anche tanto vale andare al pub del paese un venerdì sera da sola, inserirmi in qualche gruppo a caso e finire per chiacchierare fino alle due facendo conoscenza con gli studenti del liceo, le studenti universitarie, gli impiegati, le bariste. D’altronde se non incontro le persone di qui come posso sapere qual è la migliore birra locale e conoscere gli esponenti più interessanti della scena rap ceca?

Insomma, quest’autunno mi ha già portato molte piccole avventure. Raccolgo tutti i suoi colori in attesa del lungo e freddo inverno, e chissà cosa ne farò.

Alla prossima!

Il volontariato all’estero è una grande opportunità per crescere, viaggiare e vivere!