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«Ebrei schedati dal team di Zemmour. Una violazione che ricorda tempi bui»

In Francia venerdì scorso 8 aprile, a conclusione della campagna presidenziale, circa diecimila telefoni hanno ricevuto un sms firmato dal candidato alla carica presidenziale Éric Zemmour con un link a un messaggio destinato «ai francesi di fede ebraica».

A darne notizia è Moked, il portale informativo dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.

Nel testo si denunciava «l’esplosione» di atti antisemiti in Francia, associata «all’espansione dell’Islam che sta devastando il nostro paese». Il candidato prometteva poi di non voler «vietare la macellazione rituale» e la circoncisione.

Al di là del contenuto, a preoccupare i destinatari è stata la violazione della loro privacy e soprattutto l’essere stati profilati come ebrei. Per diffondere questo messaggio esplicitamente indirizzato alla comunità ebraica, il team del candidato di estrema destra sembra abbia infatti utilizzato dei file che ricostruiscono la religione dei destinatari. Una chiara violazione delle norme a tutela del trattamento dei dati personali, che ha portato le associazioni “Uejf” (Unione degli studenti ebrei di Francia) e “J’accuse” a sporgere denuncia. «Un candidato presidenziale ha osato creare o ottenere in modo fraudelento uno schedario clandestino di decine di migliaia di ebrei (o presunti tali) con i loro numeri di telefono, costituendo il più massiccio sfruttamento di liste nominative di ebrei dai tempi del rastrellamento del Vel’ d’hiv», la dura accusa degli avvocati delle due associazioni. Il riferimento è al rastrellamento del Velodromo d’Inverno, stadio per le gare di ciclismo di Parigi, avvenuto fra il 16 e il 17 luglio 1942, per opera della polizia francese. Si tratta della più grande retata ai danni della comunità ebraica transalpina: furono infatti 13.152 gli arrestati, internati prima a Drancy e poi condotti ad Auschwitz per essere uccisi. Il censimento degli ebrei francesi avvenne per legge a partire dal 1940.

La Commissione nazionale per l’informatica e le libertà civili (Cnil) ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La pagina di destinazione del messaggio è stata cancellata, ma è rimasta online tra l’8 e il 10 aprile.
«Il processo è vile, inammissibile e imperdonabile. Siamo scioccati e persino allarmati che una cosa del genere sia possibile. Sappiamo fin troppo bene cosa significa la costituzione di un simile fascicolo per poter accettare questo genere di cose«, ha denunciato a Le Monde Marc Knobel, presidente dell’associazione J’accuse. La vicenda, sottolinea il quotidiano francese, getta una luce inquietante su come i dati informatici possano essere usati per profilare le persone, arrivando a identificarne l’affiliazione religiosa per scopi elettorali.

Il team di Zemmour, che alle presidenziali ha ottenuto il 7 per cento delle preferenze, ha ottenuto i contatti da un intermediario che si occupa di rivendere banche dati a terzi. L’identità dell’intermediario  non è stata comunicata. Ma avrebbe fatto affidamento sui dati raccolti da blog, siti di informazione e newsletter per identificare le persone che hanno mostrato interesse per «l’argomento dell’antisemitismo in Francia e in Europa». Il tutto, ha dichiarato una fonte all’emittente BFM TV, su richiesta del partito di estrema destra.