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L’ex arcivescovo di Canterbury in Ucraina per promuovere la Pace

L’ex arcivescovo di Canterbury Rowan Williams si è unito ad altri leader religiosi in una visita di «amicizia e solidarietà» in Ucraina, per confortare le vittime della guerra e aiutare a sostenere il morale.

«Lo scopo è molto modesto: vogliamo semplicemente affermare la nostra solidarietà con le vittime di questa spaventosa guerra, ed esprimere un ringraziamento per il coraggio dimostrato dal popolo ucraino, nella speranza che possiamo almeno fargli sapere che non sono dimenticati», ha detto lunedì Lord Williams al Church Times.

«Speriamo anche di imparare un po’ sulle condizioni dei rifugiati nell’area che stiamo visitando, e più in generale su come le persone sul posto vedono la situazione».

Lord Williams stava parlando prima della visita di martedì a Chernivtsi, vicino al confine occidentale dell’Ucraina con la Romania, che attualmente ospita almeno 70.000 rifugiati dalla guerra, molti dei quali in condizioni disastrose, secondo i report delle agenzie di aiuto.

Williams ha raccontato che l’iniziativa della visita è venuta dal direttore dell’Istituto Interreligioso Elijah in Israele, il rabbino Dr. Alon Goshen-Gottstein, con l’aiuto dei funzionari del governo locale, ma ha detto che i leader religiosi non saranno ospiti del governo di Kiev.

«Stiamo viaggiando principalmente a titolo personale, anche se sto andando con la conoscenza e il sostegno dell’arcivescovo di Canterbury e informalmente rappresentandolo. Abbiamo intenzione di incontrare i leader religiosi locali. Ma non vogliamo essere visti come paracadutati con le nostre idee e programmi a spese dell’esperienza locale».

La visita ha luogo mentre la Russia raggruppa decine di migliaia di truppe per una nuova offensiva in Ucraina orientale, dopo essere stata respinta con pesanti perdite dalle aree intorno alla capitale.

La visita segue quella del premier britannico Boris Johnson, della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e  dell’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, che ha anche viaggiato nella città di Bucha.

Una dichiarazione dell’Istituto Interreligioso Elijah ha reso noto che Lord Williams sarebbe stato raggiunto dal rabbino Jonathan Wittenberg, presidente del Consiglio dei Cristiani e degli Ebrei con sede a Londra, e dall’arcivescovo greco-ortodosso Nikitas Lulias di Thyateira e Gran Bretagna, così come dal ministro generale dell’Ordine Francescano frate Massimo Fusarelli, e dai leader musulmani, indù e buddisti di vari Paesi.

La visita arriva dopo i commenti fatti da Rowan Williams in un’intervista al programma domenicale di Radio 4 il 3 aprile, durante la quale ha sostenuto le richieste di escludere la Chiesa ortodossa russa dal Consiglio ecumenico delle Chiese a causa della sua posizione durante la guerra in Ucraina.

Nella sua intervista a Church Times, Lord Williams, che parla russo ed è un esperto di ortodossia, ha detto di aver ricevuto risposte «generalmente di vicinanza» dagli ascoltatori, compresi i cristiani ortodossi russi in Gran Bretagna, tra i quali «l’ansia di isolamento stava crescendo».

Ha detto, tuttavia, che gli era stato «giustamente ricordato» che il Patriarcato di Mosca non dovrebbe essere identificato «con l’intero spettro delle giurisdizioni ortodosse russe» fuori dalla Russia, alcune delle quali hanno criticato il suo sostegno alla guerra.

«Informazioni suggeriscono che un piccolo ma significativo numero di clero russo, specialmente nei grandi contesti urbani dove le notizie occidentali ancora permeano, sono profondamente preoccupati e molto infelici con la posizione patriarcale, ma apprensivi nel parlare, date le sanzioni draconiane minacciate a chiunque metta in discussione il racconto ufficiale russo degli eventi», ha riferito Williams, che ha proseguito: «La recente storia del Patriarcato di retorica e azione espansionistica e trionfalistica nei confronti di altre parti del mondo ortodosso ha già alienato molti. Infatti, la Chiesa sul terreno è tutt’altro che monolitica: non tutti pensano che l’identità ortodossa russa sia legata al messianismo nazionale e alle mitologie teocratiche».

Lord Williams ha detto che spera ancora che un cessate il fuoco possa essere organizzato per il 24 aprile, la Pasqua ortodossa, secondo il calendario giuliano, in modo che «la festa delle feste non sia oscurata dagli orrori del bombardamento e del massacro».

 

Foto di Senedd Cymru / Welsh Pa via Flickr