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Consiglio ecumenico delle chiese:«Libero accesso ai luoghi sacri di Gerusalemme durante la Pasqua»

A seguito di una dichiarazione dell’11 aprile del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme in cui si esprimevano serie preoccupazioni per le restrizioni annunciate da parte della polizia israeliana per il Sabato Santo, il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) ha condannato fermamente tali misure che limitano l’accesso ai luoghi di culto come violazioni della libertà religiosa in Terra Santa .

«Gerusalemme è sacra», ha dichiarato il segretario generale ad interim del Cec, padre Ioan Sauca. «È sacra per tutte e tre le religioni monoteiste e l’accesso a Gerusalemme è un diritto inalienabile per tutte le persone di queste fedi. I cristiani vivono su questa terra e testimoniano la risurrezione di Gesù Cristo da più di 2000 anni. La risurrezione è al centro della nostra fede cristiana e al centro di tutte le comunità cristiane nel mondo. Non possiamo accettare misure che mettano in discussione i diritti fondamentali delle nostre chiese nel celebrare questo punto centrale della nostra fede».

Da molti anni, partecipare alla preghiera e anche avere accesso alle chiese della Città Vecchia, soprattutto durante le festività pasquali, è diventato sempre più difficile per le restrizioni annunciate dalle autorità israeliane che si aggiungono alle violazioni e limitazioni all’accesso al culto che già di consuetudine soffrono molti fedeli.

Secondo le ultime disposizioni annunciate, solo 1.000 persone potranno entrare nella Chiesa del Santo Sepolcro e solo 500 persone potranno accedere ai cortili del Patriarcato che si affacciano sulla Chiesa del Santo Sepolcro nella Città Vecchia. Sono state già imposte restrizioni anche alla Domenica delle Palme, con solo quattro gruppi scout che hanno partecipato alla processione di Gerusalemme mentre agli scout della Cisgiordania che appartengono a gruppi cristiani è stato negato il permesso. Al contrario, durante la parata di Natale a Betlemme partecipano circa 25-30 gruppi scout cristiani.

«Il Cec si unisce al Patriarcato greco-ortodosso nel respingere e condannare queste restrizioni come ingiustificate e ingiuste», ha affermato Sauca.

«In questo periodo pasquale, in cui tutti i cristiani desiderano unirsi per celebrare la nostra fede nella risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, chiediamo alle chiese membro del Consiglio ecumenico, ai leader mondiali e a tutte le persone di buona volontà di condannare le misure che limitano la libertà di religione e a sostenere il diritto delle chiese in Terra Santa a vivere e pregare con dignità», ha sottolineato Sauca. «Chiediamo inoltre al governo di Israele di garantire a tutti un giusto accesso a Gerusalemme, onorando e preservando lo status quo di questa città santa».

«Qualsiasi violazione dello Status Quo minaccia la pace e la sicurezza di tutta la popolazione della regione. È nostra responsabilità come membri della comunità internazionale proteggere il quadro giuridico e le leggi internazionali applicabili».

Sauca ha concluso con la preghiera: «Possa la speranza divina portataci dalla risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, rimuovere le barriere di separazione tra gli uomini. Possa l’amore di nostro Signore Gesù Cristo muovere il mondo verso la riconciliazione e l’unità».

Foto: Albin Hillert/Wcc