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Consiglio ecumenico delle Chiese, nuova lettera a Kirill

Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) esorta il patriarca Kirill ad «intervenire e chiedere pubblicamente un cessate il fuoco durante il servizio della Resurrezione ((il servizio o liturgia della resurrezione è il primo momento della liturgia pasquale ortodossa, allo scoccare della mezzanotte di sabato, ndr)». «La tragica e brutale guerra in Ucraina, iniziata alla vigilia del periodo quaresimale, ha causato tante vittime innocenti di civili, donne e bambini, ha portato immense distruzioni, sfollati e comunità e ha creato milioni di profughi. Le persone sono in grande disperazione e sofferenza», si legge nel testo firmato da padre Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese e pubblicato ieri, martedì 19 aprile.

Si tratta della seconda lettera di Sauca al Patriarca Kirill; nella prima, il 2 marzo, ha esortato il patriarca ad “essere voce di mediazione e di aiuto per fermare la guerra”. Pochi giorni dopo, il 10 marzo, era anche arrivata la risposta del patriarca (ne parla in quest’articolo Famiglia cristiana). Ma la guerra intanto è proseguita, ed è arrivata al suo 56° giorno.

«I fedeli ortodossi e greco-cattolici in Ucraina, in Russia e in tutto il mondo si preparano a celebrare al termine di questa settimana la festa più importante dell’anno, il Giorno della Resurrezione» – continua il testo del 19 aprile – . È noto che per il cristianesimo orientale questa giornata ha una risonanza e un’importanza speciali. La storia ci ricorda che anche nei momenti più difficili di persecuzioni, guerre e sofferenze, nessuno poteva fermare i fedeli cantando e proclamando audacemente l’inno pasquale che afferma la vittoria della vita sulla morte, della luce sulle tenebre, della libertà sulla tirannia: Cristo è risorto dalla morte, calpestando la morte mediante la morte. […] Al termine della settimana, secondo le prescrizioni del servizio speciale di mezzanotte di Pasqua, Santità Vostra uscirà dalla chiesa come ogni anno e ad alta voce annuncerà al mondo che Cristo è risorto e che la pace del mondo del Signore Risorto non è solo per un gruppo di persone ma per il mondo intero».

«La gente – prosegue Sauca – ha perso la fiducia e la speranza nei politici e in un possibile negoziato pacifico e in un cessate il fuoco. Riceviamo quotidianamente richieste dai fedeli in Russia e Ucraina ma anche da tutto il mondo per contattare Vostra Santità e chiedere di intervenire e mediare per una soluzione pacifica, per il dialogo piuttosto che il confronto, per la fine dello spargimento di sangue. Sono consapevole che non è in vostro potere e autorità fermare la guerra o influenzare coloro che hanno tali poteri decisionali. Ma i fedeli aspettano una parola di conforto da Vostra Santità. Pensano che una dichiarazione pubblica e una richiesta, come padre spirituale di così tanti milioni di ortodossi sia in Russia che in Ucraina, potrebbero avere un grande impatto. Riceviamo invece notizie sempre più preoccupanti secondo cui i piani sarebbero di attaccare le chiese durante le celebrazioni della notte di Pasqua e diffondere ancora più terrore, paura, accuse reciproche e demonizzazione. Abbiamo continuato a chiedere ai leader politici un cessate il fuoco e il ritorno al tavolo del dialogo fin dall’inizio delle ostilità, senza nessun risultato. Al contrario, nelle circostanze attuali la guerra si è intensificata, la pace non appare vicina, come tutti invece avremmo desiderato».

La richiesta a Kirill è precisa: «intervenire e chiedere pubblicamente un cessate il fuoco per almeno alcune ore durante le celebrazioni per la Risurrezione. Per dare modo ai soldati e ai civili atterriti di abbracciarsi e salutarsi con il saluto pasquale, per far tacere per un momento le bombe e i missili e ascoltare invece il suono trionfante delle campane della chiesa e della fede. Possa un cessate il fuoco così breve essere un assaggio e una prova che si può raggiungere una pace duratura».

Qui il testo integrale della lettera. 

Lo scorso 7 marzo, con un’altra missiva, a nome del Consiglio europeo dei leader religiosi, era stato il pastore Thomas Wipf a chiedere al Patriarca di Mosca Kirill I di intervenire al più presto per salvare vite innocenti e per un immediato ritorno ai negoziati.

 

Photo: Ivars Kupcis/WCC