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Fili colorati per il Vaso di Sarepta

Sono ripresi con l’inizio del 2022 i laboratori di sartoria del progetto aperto a donne straniere coordinato dall’associazione Il Vaso di Sarepta di Torino. 

Il laboratorio si sta trasformando in una piccola realtà lavorativa che dialoga con il territorio. Ora  si pone nuovi obiettivi con il progetto chiamato Fili colorati, il cui obiettivo è di giungere, entro i prossimi due anni, alla nascita di un’impresa sociale gestita da donne immigrate e italiane in grado di condurre autonomamente la sartoria.

«Dalla scorsa estate il laboratorio di sartoria si è trasferito nei nuovi locali, in via Bari 22 a Torino – spiega Michele Soldano, presidente dell’associazione torinese – Lo spostamento è stato un elemento propulsivo del progetto, perché il luogo è diventato attrattivo di nuove energie e risorse. Ora si è costituito un gruppo di sei volontarie molto attive, tutte con competenze sartoriali varie e di età molto diverse, dai 25 ai 65 anni. Siamo convinti che il laboratorio abbia la forza e le possibilità di diventare una piccola sartoria sociale autogestita, indipendente dall’associazione Il Vaso di Sarepta. Ci piacerebbe che diventasse una realtà in grado di sviluppare una propria linea di servizi, un proprio catalogo di capi e realizzazioni artigianali. L’idea è che possa offrire anche occasioni di tirocini di avviamento al lavoro e di inserimento lavorativo in ambito sartoriale, la possibilità di svolgere tirocini di avviamento al lavoro e corsi di formazione ad accesso gratuito a favore di soggetti svantaggiati».

Per raggiungere questo obiettivo, Fili colorati prevede lo svolgimento di 360 ore di laboratori aperti a donne immigrate in situazione di vulnerabilità sociale da svolgersi nel corso del 2022, sotto la guida di due consulenti sartoriali e dalle volontarie dell’Associazione. Risultato finale del percorso sarà la realizzazione di una collezione di capi, da presentare entro la fine dell’anno, che andranno a comporre la prima capsule collection diecicentoLAB. Una collezione interamente pensata, disegnata e realizzata nel laboratorio dalle volontarie e dalle beneficiarie del progetto. 

«Al momento abbiamo una forte presenza di donne immigrate di origine africana, che ci sono state segnalate da alcune associazioni con cui collaboriamo, tra cui anche la Diaconia Valdese che ci ha indicato una rifugiata siriana. Il progetto della sartoria sociale è principalmente un progetto di inclusione sociale, l’obiettivo principale che vorremmo raggiungere è proprio quello di abbattere la barriera tra volontarie e beneficiarie. Gli spazi di lavoro sono luoghi di socializzazione, dove si incontrano persone diverse e insieme realizzano qualcosa di concreto: ci si contamina e ognuno ritorna a casa portandosi un pezzo delle altre persone che ha incontrato. Crediamo molto nel volontariato, che è un elemento determinante per acquisire una coscienza civica e civile necessaria per la nostra società».

L’Associazione Il Vaso di Sarepta prosegue anche i progetti di housing sociale, ospitalità di giovani adulti immigrati che sono guidati verso un’indipendenza abitativa, e dell’orto sociale, iniziato nell’agosto 2020. Informazioni sul sito www.ilvasodisarepta.org.