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Le scuse di Welby per le scuole residenziali in Canada

Secondo quanto riferito da Global News Canada, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, durante un incontro svoltosi il 1° maggio con rappresentanti di alcune Prime Nazioni canadesi – la James Smith Cree Nation, la Chakastapaysin Band e la Peter Chapman Band nel Saskatchewa –, si è dichiarato «inorridito» e «pieno di vergogna» nell’apprendere gli abusi che loro e altri bambini avevano subito nelle scuole residenziali gestite dalla Chiesa anglicana in tutto il Canada tra il 1820 e il 1969.

«Mi dispiace. Mi dispiace più di quanto possa dire», ha detto Welby. «Mi vergogno. Sono inorridito. Mi chiedo, da dove viene questo male. Non ha niente, niente a che fare con Cristo. È la cosa più bassa, più malvagia, più terribile, molestare un bambino mentre gli leggi la Bibbia».

Le scuse sono venute a seguito di una giornata in cui Welby ha ascoltato i racconti brucianti di dei sopravvissuti agli abusi compiuti nelle scuole residenziali, che chiedono azioni che corrispondano alle parole.

La sopravvissuta Rhonda Sanderson ha dichiarato: «Le chiese devono assumersi la responsabilità e scusarsi per le atrocità avvenute nelle scuole residenziali e oggi è stata una giornata monumentale». Ma alle scuse deve seguire l’azione.

«Agisci secondo quello che stai dicendo. Non limitarti a dire qualcosa e non fare nulla perché è molto scoraggiante», ha detto ancora Rhonda Sanderson rivolgendosi a Welby.

Dal canto suo, il primate della Comunione anglicana ha dichiarato che spetta alla Chiesa anglicana del Canada prendere l’iniziativa per riparare ai torti del passato.

«La Chiesa anglicana del Canada è la Chiesa anglicana del Canada e io vengo dall’estero. Non spetta a me interferire», ha detto.

La Chiesa cattolica si è già scusata per gli abusi avvenuti nelle sue scuole residenziali. Nel corso dei decenni, i bambini sono stati allontanati con la forza dalle loro comunità indigene e inviati nelle scuole religiose in nome dell’assimilazione culturale.

Incontrando delegazioni delle Prime Nazioni canadesi, dei popoli Inuit e Métis, Papa Francesco aveva dichiarato: «Per la condotta deplorevole di quei membri della Chiesa cattolica, chiedo perdono a Dio e voglio dirvi con tutto il cuore: mi dispiace molto. Mi unisco ai miei fratelli, i vescovi canadesi, nel chiedervi perdono».