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Portate i pesi gli uni degli altri

Tre amici di Giobbe, avendo udito tutti questi mali che gli erano piombati addosso, partirono e rimasero seduti per terra, presso di lui, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande
Giobbe 2, 11.13

Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo
Galati 6, 2

L’esortazione dell’apostolo Paolo era una sfida per la comunità cristiana della Galazia. Per Paolo “tutta la legge” è adempiuta nel “comandamento dell’amore”, proclamato da Gesù. Questo comandamento è un’occasione di servizio, e solo così la “Legge” è messa in pratica nella sua pienezza.

L’apostolo si rivolge a una comunità che ha fatto esperienza della presenza dello Spirito, a cristiani “spirituali”, che hanno fatto esperienza di una vita nuova. Essi devono lasciarsi guidare dallo Spirito per risolvere i conflitti interni e per ristabilire nella fede i fratelli e le sorelle in Cristo che sono inciampati per “i desideri della carne”. Solo facendosi carico dei loro pesi, essi adempiranno sostanzialmente la legge di Cristo. Non prima, però, di aver esaminato ciascuno se stesso, perché ognuno porta il proprio fardello e alla fine dovrà rispondere del proprio comportamento e della propria condotta di vita. 

Il comandamento dell’amore, pertanto, esclude ogni giudizio e condanna, e pone tutti e tutte sullo stesso piano per la caducità di ciascuno. La legge dell’amore è amarsi gli uni gli altri, come Cristo ha amato tutti e tutte. Come Cristo ha portato il peso del nostro peccato, così scambievolmente bisogna portare i pesi gli uni degli altri.

Ciascuno sappia soppesare il peso degli altri e sappia comprendere le condizioni di fragilità altrui. Nessuno si sottragga all’azione dello Spirito che muove alla solidarietà, alla condivisione delle proprie fragilità con quanti sono più provati. Soprattutto ciascuno dia per quanto gli è possibile e secondo le proprie condizioni, un contributo alla soluzione di quei problemi che non possono essere risolti individualmente o isolatamente. 

Bisogna essere sempre aperti, saper cogliere le altrui esigenze e convergere su soluzioni praticabili che tengano conto dei bisogni degli altri, in primo luogo quelli che sono i più fragili e indifesi. È responsabilità della comunità cristiana essere la loro voce appassionata.