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Referendum svizzeri: più fondi a Frontex e silenzio assenso nella donazione degli organi

 

Con il 71,5% di “Sì” il popolo svizzero si è democraticamente espresso attraverso referendum per aumentare in maniera considerevole il contributo finanziario nazionale elvetico all’agenzia europea di controllo delle frontiere Frontex. La cifra stanziata passerà dagli attuali 24 milioni a 61 milioni di franchi (oltre 58 milioni di euro) entro il 2027.

Questo rafforzamento di Frontex non piace alle associazioni di difesa dei migranti. Essi accusano l’agenzia e i suoi dipendenti di gravi disfunzioni e di gravi violazioni dei diritti umani. Sono in corso diverse indagini contro l’agenzia per aver messo in pericolo i migranti e aver partecipato a operazioni di respingimento. Questi casi hanno costretto il capo dell’agenzia Fabrice Leggeri ad annunciare le sue dimissioni alla fine di aprile.

Raccogliendo più di 50.000 firme contro la decisione del Parlamento di concedere maggiori risorse a Frontex, le organizzazioni non governative svizzere hanno portato la questione nel dibattito pubblico, aspetto che le Ong europee non erano riuscite a fare fino ad ora: la Svizzera, pur non essendo membro dell’Unione Europea è stato il primo Paese a votare domenica sulla questione molto delicata della sicurezza alle frontiere esterne dell’Europa.

I “Sì” hanno vinto anche il referendum sui trapianti, con il 60,2% delle preferenze.
Con la nuova legge, ogni persona deceduta in territorio svizzero sarà considerata donatrice di organi a meno che, mentre era in vita, non si sia dichiarata contraria. 

È il metodo del silenzio assenso che, dove applicato, ha portato a considerevoli aumenti delle donazioni,

Secondo i dati di Swisstransplant citati dal portale informativo SwissInfo, nel 2021 in Svizzera sono stati trapiantati gli organi di 484 individui deceduti, perlopiù reni e fegato; 125 organi sono stati espiantati da donatori viventi.

A fine anno si contavano però 1434 persone ancora in lista d’attesa e 72 pazienti che hanno perso la vita nei dodici mesi precedenti per mancanza di donatori.

Ci sono nazioni come gli Stati Uniti, che come l’Italia prevede il consenso esplicito alla donazione, in cui si contano addirittura 22 persone al giorno decedute per mancanza di organi. In Italia il consenso esplicito è stato manifestato da oltre 9 milioni di italiani, in forte crescita negli ultimi anni, ma la percentuale sul totale rimane fra il 12 e il 13% della popolazione complessiva, mentre in nazioni che utilizzano il silenzio assenso come l’Austria ad esempio, la percentuale di donazioni si attesta attorno al 98% della popolazione.