Grazia sovrabbondante

Un giorno una parola – commento a Romani 5, 20-21

 

 

Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono

Salmo 103, 11

 

Dove il peccato è abbondato la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore

Romani 5, 20-21

 

Tra le mani di un ragazzo c’erano cinque pani e due pesci, eppure Gesù, pregando e ringraziando Dio per quei pochi doni, sfama e sazia circa cinquemila persone. Ma non basta: dodici ceste di pane vengono portate via perché in eccesso.

 

Beati i poveri in spirito, gli afflitti, gli affamati e assetati di giustizia, eccetera, eccetera. Ce n’è a sufficienza! E invece non basta, perché Gesù dice che a tutti costoro appartiene il Regno dei cieli.

E non basta nemmeno guarire i malati, sanare i lebbrosi, liberare gli indemoniati: Gesù ridona anche la vita ai morti.

 

Sono le azioni di un Dio esagerato, che non si accontenta di riempire la coppa, ma vuole che la coppa trabocchi. Un Dio che spreca amore perché vuole che nessuno resti senza, al punto da donare suo Figlio Gesù perché porti su di sé il peccato del mondo. Se la Croce ci sembra l’ennesima esagerazione, la Resurrezione è il sovrabbondare della Grazia di cui parla l’apostolo Paolo. E così, se il peccato ha regnato mediante la morte, la grazia regna mediante la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù. Amen!