nuovo_museomerindol

I valdesi in Europa fra memoria e movimento

Con il titolo «Les Vaudois, mémoire d’un peuple en mouvement», edizione 2022 della Rencontre internationale des Vaudois en Luberon, si apre oggi 7 giugno al tempio di Mérindol, piccolo Comune della Vaucluse nella regione francese Provence-Alpes-Côte d’Azur, una serie di incontri di studio che vedono una partecipazione internazionale di studiosi, storici, animatori culturali. L’iniziativa è stata preceduta da una mostra dal titolo «I 500 anni della Riforma», con opere dell’artista Jean-Pierre Thein. Partecipano fra gli altri due studiosi ben noti agli ambienti della Chiesa valdese e degli studi sul valdismo: Gabriel Audisio e Albert de Lange.

Dopo la cerimonia di inaugurazione, l’avvio dei lavori prevede l’intervento di Davide Rosso, direttore della Fondazione Centro culturale valdese (Ccv) di Torre Pellice, sul tema «I valdesi, popolo in movimento». Seguono, nei giorni successivi, fra l’altro, una passeggiata storica e la presentazione dell’evoluzione attuale del progetto dei sentieri «sui passi degli ugonotti». A. De Lange, da molti anni collaboratore del Ccv e della Società di studi valdesi, interviene giovedì 9 sul tema «Henri Arnaud e il Glorioso Rimpatrio», mentre venerdì ancora Rosso affronterà il tema «Dalle Alpi alla Calabria passando per il Luberon», mentre Y. Krumenacher parlerà delle chiese valdesi tra il Piemonte e il Delfinato. Sabato 11 nel pomeriggio è anche previsto lo spettacolo del Gruppo teatro Angrogna «Héritages». Nel corso delle giornate è prevista anche la presentazione del Nuovo Museo valdese del Luberon.

«Le due parole “memoria” e “movimento” sono da sempre significative per i valdesi e sono sempre intrecciate fra loro – dice Davide Rosso –, e conviene partire proprio dalla seconda, dal “muoversi” dei valdesi attraverso l’Europa e non solo, nei secoli, per motivi economici o perché obbligati dalle persecuzioni. Un muoversi però che è stato caratterizzato dall’essere in gruppo, dall’avere dei legami profondi tra le varie parti che costituiscono l’insieme. Si costruisce così un mondo valdese che nel tempo si integra nei contesti di arrivo (Calabria, Luberon, Germania e poi successivamente Sud America) ma che ha forti legami, per lungo tempo mantenuti dai “barba”, i predicatori itineranti fra una regione e l’altra, e poi dalla chiesa». C’è poi la memoria, altra parola chiave per l’identità e la continuità delle comunità valdesi attraverso il tempo e lo spazio: «Parola chiave – prosegue il direttore della Fondazione Ccv – che acquista per il Luberon un’importanza particolare in vista del prossimo allestimento di un nuovo museo valdese a Mérindol, e visto che da poco la regione francese è stata toccata dall’estensione dell’Itinerario culturale europeo “Le strade degli ugonotti e dei valdesi”».

L’organizzazione, a cui concorrono anche la Società di studi valdesi e la Deutsche Waldenser Vereinigung, è sostenuta dall’Otto per mille della Chiesa valdese. 

 

Foto: l’edificio che ospiterà il nuovo museo valdese