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Prendiamoci il nostro riposo!

Benedetto sia il Signore che ha dato riposo al suo popolo Israele, secondo tutte le promesse che aveva fatte
I Re 8, 56

Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio
Ebrei 4, 9

Vi è mai capitato di sentirvi tanto stanchi da avere l’impressione che qualcun altro, non la vostra volontà, vi spinga a fare e a correre, quasi foste marionette mosse da fili invisibili?

Non sto parlando della stanchezza delle membra, del corpo, di quella, insomma, che con una buona dormita e un po’ di riposo va via; no, parlo della stanchezza dell’anima, del cuore e della mente, che ci dà l’impressione che noi e la nostra vita non apparteniamo a noi stessi, presi in un ingranaggio dal quale non abbiamo speranza di staccarci per tornare liberi, padroni di noi stessi. Ci si sente un po’ come schiavi che, condannati a fare e fare, non intravedono nulla oltre e al di là della fatica di oggi, cui seguirà quella di domani. Non c’è bisogno d’essere schiavi davvero, come quelle sfortunate creature che passavano la loro esistenza a faticare, senza prospettiva, senza speranza nei campi o nelle miniere. Spesso il quotidiano ci incatena e costringe ad andare avanti senza il tempo di pensare, di riprendere fiato, di guardarci un po’ intorno. Molti sono costretti, per mantenere la famiglia, a lavori duri e per molte ore; penso, poi, alle tante madri di famiglia, spesso da sole, che ad una fatica che non fa sconti devono aggiungere le incombenze della casa e della famiglia. Penso però a molti che una tale schiavitù se la autoimpongono per realizzare se stessi nel lavoro, a quanti, sempre insoddisfatti, vogliono avere sempre di più: più successi, più potere, più denaro. Sapranno trovare riposo? Non quello di un periodo più o meno lungo di vacanza da vivere spesso a ritmi non meno incalzanti di quelli del lavoro, parlo di un riposo vero, nel quale fare pace con il tempo, ritrovare se stessi, il significato e il senso della propria vita. Non c’è vacanza che possa offrirci questo; recita il Salmo: solo in Dio trova riposo l’anima mia (Salmo 62, 1) ed è così nella nostra esperienza di credenti. Il Signore ci apre nuovi e inaspettati orizzonti di libertà, la libertà vera che, può sembrare un paradosso, è tanto maggiore quanto più ci impegniamo al suo servizio, quanto più la relazione che ci lega a Lui coinvolge nel profondo e informa ogni aspetto della nostra vita. Finché Dio sarà il nostro Signore, non avremo altri padroni da servire. Dio, poi, ci comanda per il nostro bene di prenderci e concedere agli altri, fossero anche gli animali che lavorano per noi, un tempo stabilito per il riposo, nel quale ritrovarci e trovare in noi uno spazio per lui, quasi un anticipo del tempo senza fine che condivideremo con Lui nel Regno promesso che attendiamo. Prendiamoci, dunque, il nostro riposo: tempo per pensare, pregare, leggere la Bibbia, volgere lo sguardo a ciò che sarà per sempre, mettendo per un istante da parte ciò che è destinato a finire.