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A tavola nel regno di Dio

Si temerà il nome del Signore dall’occidente, e la sua gloria dall’oriente
Isaia 59, 19

Gesù disse: «Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a tavola nel regno di Dio. Ecco, vi sono degli ultimi che saranno i primi e dei primi che saranno ultimi»
Luca 13, 29-30

Durante il cammino verso Gerusalemme, a Gesù fu chiesto se fossero pochi coloro che si sarebbero salvati. La sua risposta si focalizza sull’esortazione a tendere di passare per la porta stretta, metafora di se stesso, con evidente allusione alla difficoltà d’intraprendere una convinta, consapevole sequela. Gesù non ha mai ingannato con false promesse o radiose prospettive. Al contrario, mise in evidenza i disagi che seguirlo comportava: «Il discepolo non è superiore al suo maestro» (Matteo 10, 24), «Avrete tribolazioni nel mondo» (Giovanni 16, 33).        

La sua risposta evidenzia che il suo messaggio non è facilmente accolto. Vi sono coloro i quali si illudono di seguirlo. Personalmente in più occasioni, soprattutto durante il lockdown, ho sentito dire “mi manca non poter andare a messa”, o “per me è importante sentire il culto”, anche se in effetti la loro etica quotidiana era ben lontana dallo spirito dell’evangelo. Nel discorso riferito da Luca, Gesù fa una precisa allusione a coloro che saranno respinti dall’ingresso nel regno perché la loro fede era illusoria. L’argomento che accampano è “abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze”: in altre parole era stato solo un incontro materiale, o un ascolto distratto. 

La vera fede implica una consapevole accoglienza della sua persona e del suo messaggio.

Poi Gesù descrive la loro delusione in chiave apocalittica: la delusione, la rabbia nel vedere i patriarchi e i profeti d’Israele godere la beatitudine del regno di Dio mentre loro, falsi fedeli, ne saranno esclusi. 

Ma oltre al danno anche la beffa. Coloro che ai loro occhi erano indegni della salvezza saranno tra i salvati. Il discorso era particolarmente aderente al pensiero d’Israele dato che riteneva l’appartenenza al popolo eletto garanzia di salvezza.  Il suo sistema di valutazione era fondato sull’antitesi puro/impuro, un rigido sistema di purità rituale al quale si faceva dogmatico affidamento per la via al regno. Ma Gesù vede giungere altri da ogni angolo della terra, coloro che hanno accolto il suo evangelo, per sedere a tavola nel regno di Dio, ossia per partecipare alla gloria eterna.