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Il 22 ottobre del 1972 le bombe sui treni e la grande manifestazione di Reggio Calabria

50 anni fa, il 22 ottobre del 1972, si svolgeva a Reggio Calabria la manifestazione organizzata dai sindacati in solidarietà con i lavoratori del Sud e come risposta al tentativo delle forze della destra neofascista che cavalcavano quella che è stata definita la rivolta di Reggio Calabria. Nella notte fra il 21 e il 22 ottobre 8 bombe scoppiarono nel percorso dei treni che si dirigevano a Reggio Calabria. Ma la manifestazione non fu fermata, e 50.000 persone arrivarono nella città e manifestarono, in un clima di tensione, dando un forte segnale di massa e politico, contrapponendo allo slogan neofascista “Boia chi molla” la prospettiva dello slogan “Nord e Sud uniti nella lotta”. 

Non è il momento di ricostruire la storia, se non cogliere alcuni aspetti della vicenda. La rivolta di Reggio Calabria si scatenò dal luglio del 1970 per la decisione di prevedere il capoluogo della Regione a Catanzaro invece che a Reggio. È chiaro che la collera popolare aveva però altre radici profonde, nei problemi storici del sud: emigrazione, disgregazione sociale, speculazione, corruzione. Si può sottolineare anche come in quella fase (sono gli anni della strategia del terrore) si ha forse una prima manifestazione di massa nel dopoguerra del populismo, che accese la rabbia facendo leva su un motivo che parlava alla pancia delle persone , in assenza di politiche in grado di assicurare prospettive di diritti e giustizia sociale. 

Io, giovane operaio e membro di un Consiglio di fabbrica e di un Consiglio di zona di Firenze, ero su uno dei treni per Reggio Calabria, fermato per le bombe ai treni precedenti. Siamo stati fermi per molte ore. In quelle ore abbiamo poi saputo della discussione fra i vertici sindacali se revocare la manifestazione o mantenerla. Fu mantenuta. Siamo stati uno dei primi treni poi ad arrivare a Reggio Calabria.

Nel percorso della ferrovia lungo la città, prima di arrivare alla Stazione abbiamo visto scontri, sassaiole verso il treno. All’arrivo siamo stati abbracciati dalle persone che attendevano, molti con le lacrime. Abbiamo fatto un piccolo percorso nella piazza, poi abbiamo ascoltato il comizio del sindacato unitario.

Ho sempre il ricordo di come fra gli operai che giungevano dal nord ci fosse una grande presenza di operai meridionali, proprio a marcare l’esigenza e la volontà di un riscatto che riguarda tutti, perché la questione meridionale era ed è un problema sia dei lavoratori del Nord e del Centro come dei giovani disoccupati ed emigranti del Sud. 

Foto da sito Libereta