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L’Italia non sbarca mille naufraghi da giorni: condizioni al limite

 

Prima uscita all’estero per la neo premier Giorgia Meloni e primo scontro diplomatico. La notizia è lo scambio di lettere fra il ministero degli Esteri italiano e l’ambasciata tedesca a Roma. Il governo tedesco chiede in sostanza all’Italia di farsi carico rapidamente dei 104 minori salvati nel mare Mediterraneo dalla nave della Ong tedesca Humanity 1 che da oramai 8 giorni attende la segnalazione di un porto di sbarco. Sono già state 11 le richieste partite dalla nave per poter attraccare sulle coste italiane o su quelle maltesi. Senza risposta. 

Intanto altre due navi hanno salvato centinaia di persone nel Mediterraneo e attendono anch’esse da giorni indicazioni sullo sbarco. Si tratta della Ocean Viking (battente bandiera norvegese) che sta trasportando ben 234 persone che viaggiavano su sei imbarcazioni in pericolo nei giorni fra il 22 e il 26 ottobre, che ovviamente stanno vivendo situazioni di estremo disagio sulla nave, e della nave Geo Barents della Ong Medici Senza Frontiere, stracolma di oltre 500 naufraghi e in mare da 8 giorni, una condizione insostenibile.

Intanto è scontro anche fra le organizzazioni di soccorso e il neo ministro dell’interno Matteo Piantedosi che ha parlato di sbarchi solo a seguito dell’assunzione di responsabilità sulle persone a bordo da parte dei Paesi di provenienza delle navi umanitarie che secondo il tutolare del Viminale «operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità»: si moltiplicano gli appelli ad uno sbarco urgente dei quasi mille salvati, fra loro centinaia di minori, tre donne incinte e moltissimi bambini. Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia, ha dichiarato all’agenzia di stampa AdnKronos: «Il ministro Piantedosi continua a ripetere che opereremmo sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. È una bugia. È completamente falso e il ministro lo sa: da sempre comunichiamo alle autorità qualsiasi attività svolgiamo in mare, preventivamente e in ogni fase successiva del soccorso, come prescrivono le norme internazionali che applichiamo in maniera pedissequa. E i soccorsi dei giorni scorsi non fanno eccezione».