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Puntare i riflettori sullo sfruttamento lavorativo durante la Coppa del mondo

La Coppa del Mondo in Qatar ha puntato i riflettori sullo sfruttamento di migliaia di lavoratori per la costruzione di strade, stadi, hotel sistemi di trasporto pubblico, ma la realtà è che il lavoro forzato e altre forme di schiavitù si verificano ovunque. A partire da questa consapevolezza tre importanti enti di beneficenza – International Justice Mission (IJM) UK,Tearfund e Compassion – si sono uniti per lanciare Justice United, un’iniziativa che incoraggia le chiese a proteggere le persone a rischio di sfruttamento in tutto il mondo attraverso l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi durante lo svolgimento della Coppa del Mondo di calcio.

L’obiettivo è aumentare la consapevolezza del fatto che il lavoro forzato e altri tipi di sfruttamento avvengono ovunque – non solo in Qatar – e di intraprendere azioni concrete per fermarlo.

Secondo i dati recentemente diffusi dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), 28 milioni di persone in tutto il mondo sono intrappolate nel lavoro forzato, con un aumento di 2,7 milioni dal 2016, un aumento che l’ILO attribuisce agli effetti combinati della pandemia di Covid-19, del conflitto e del cambiamento climatico.

Il lavoro forzato è una forma di schiavitù moderna che include il lavoro forzato nell’edilizia, negli hotel e in altre industrie legate agli eventi sportivi. Un fattore chiave della schiavitù è la povertà, in quanto rende le persone vulnerabili a false offerte di lavoro, che i trafficanti usano per intrappolarle in situazioni di sfruttamento. 

È preoccupante che, per la prima volta da decenni, il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà a livello globale stia aumentando: ora è il momento per intervenire e proteggerle dallo sfruttamento. Così i tre importanti enti di beneficenza hanno unito le forze e chiedono a chiese, giocatori e tifosi di calcio di unirsi contro l’ingiustizia aderendo all’iniziativa Justice United. Durante lo svolgimento della Coppa del Mondo di calcio le chiese sono incoraggiate a ospitare eventi che offriranno l’occasione di comprendere il problema dello sfruttamento lavorativo e di raccogliere fondi che saranno utilizzati per: aiutare le famiglie vulnerabili a superare la crisi alimentare globale in modo da non cadere nella rete dei trafficanti; portare in salvo le persone intrappolate nella schiavitù; e vedere i colpevoli assicurati alla giustizia in modo che non possano danneggiare altri soggetti.

David Westlake, amministratore delegato di International Justice Mission UK, ha commentato: «Abbiamo assistito a incredibili progressi nel movimento per porre fine alla schiavitù, con riduzioni fino all’86% nei luoghi in cui l’IJM ha funzionato; purtroppo, anche se il movimento contro la schiavitù cresce, fattori come la pandemia, il conflitto e il cambiamento climatico hanno reso il problema più evidente. Per fermare la schiavitù per sempre, abbiamo bisogno che tutti siano coinvolti, motivo per cui siamo lieti di collaborare con Tearfund, Compassion e le chiese in tutto il Regno Unito. Insieme, possiamo fare davvero la differenza».