326426258_850517186055565_7856491145625078074_n

Pinar Selek, scrittrice, giornalista e attivista turca, condannata all’ergastolo

Pinar Selek, sociologa, scrittrice, giornalista, attivista, è di nuovo sotto attacco: la Corte Suprema di Istanbul ha infatti annullato la quarta assoluzione dei processi a suo carico e ha condannato la donna all’ergastolo, nonostante la sua innocenza sia già stata provata più e più volte, e più volte sancita dai tribunali turchi. Pochi giorni fa è stato diffuso un mandato di arresto internazionale per lei, prima ancora che si apra un nuovo processo. La Francia, dove ora Pinar vive, sta passando sotto silenzio la notizia, proprio ora che è necessario ribadire la denuncia contro l’accanimento giudiziario di cui è oggetto da 25 anni.

Come racconta il sito Gariwo (it.gariwo.net) e come riportato dal giornalista Murat Cinar, nel 1998 comincia per lei un incubo giudiziario. Mentre sta per terminare la sua ricerca sulla guerra civile in Turchia – nella quale indagava sul perché molti curdi scegliessero la lotta armata, intervistando diversi esponenti del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, ed entrando così nel mirino delle autorità turche – viene accusata di complicità con il PKK e torturata affinché confessi i nomi dei suoi contatti. Viene inoltre accusata di aver partecipato a un attentato a Istanbul, quando le perizie negli anni hanno dimostrato la natura accidentale dell’episodio. Pinar resiste, trascorrendo due anni e mezzo in prigione e altri anni e anni nelle aule dei tribunali. Nonostante l’annullamento della condanna e quattro assoluzioni per l’attentato nella capitale turca, è stata continuamente accusata di essere una terrorista e costretta a vivere in esilio dal 2009. Nel 2013 è stata condannata all’ergastolo in absentia.

Qui sotto, il comunicato del Coordinamento dei collettivi di solidarietà:

Mandato di arresto internazionale e nuova udienza per Pinar Selek.
Sei mesi dopo l’annuncio a mezzo stampa dell’annullamento della sua assoluzione, la decisione della Corte Suprema viene finalmente notificata agli avvocati di Pinar Selek il 6 gennaio 2023 dalla Corte d’Assise di Istanbul.
Il 21 giugno 2022, l’agenzia di stampa statale turca ha annunciato che la Corte suprema turca ha annullato la quarta assoluzione di Pinar Selek, pronunciata il 19 dicembre 2014 dalla Corte d’assise di Istanbul. In precedenza, Pinar Selek era comparsa in tre procedimenti penali, tutti conclusi con il riconoscimento della sua non colpevolezza, durante i 25 anni di persecuzione politico-giudiziaria che continua a subire. Dopo averla imprigionata e torturata per le sue ricerche sociologiche sui curdi, le autorità turche hanno deciso di farla diventare una “terrorista” fabbricando le prove necessarie per dimostrare contro ogni evidenza la sua partecipazione a un presunto attentato al mercato delle spezie di Istanbul del 1998. Anche in questa occasione le perizie avevano chiaramente mostrato come non si fosse trattato di un attentato, ma dello scoppio accidentale di alcune bombole di gas.

Questi sei mesi di insopportabile attesa e di nuova tortura psicologica per Pinar Selek si traducono in una parodia della giustizia. Pinar Selek è oggetto di un mandato di arresto internazionale che ne richiede l’immediata detenzione. Questa decisione è stata presa dalla Corte penale di Istanbul prima ancora che i giudici del tribunale avessero raggiunto un verdetto in una prima nuova udienza, prevista per il 31 marzo 2023.
Queste misure, grottesche dal punto di vista legale e particolarmente gravi nella loro portata e nelle loro conseguenze per Pinar Selek, vengono adottate in un contesto di restrizione delle libertà e di crescente violenza da parte delle autorità turche contro tutte le minoranze e gli oppositori politici, in particolare contro i curdi, sia in Turchia che in altri Paesi. Le imminenti elezioni in Turchia sono un’opportunità per ogni tipo di diversione e manipolazione politica.

I collettivi solidali con Pinar Selek si rifiutano di permettere che la scrittrice e sociologa sia ancora una volta ostaggio di una politica iniqua che ha portato a una vera e propria farsa giudiziaria. Rifiutano anche che diventi una vittima collaterale della politica di compiacenza dei Paesi europei nei confronti del regime autoritario e repressivo della Turchia. Chiedono a tutti i parlamentari e ai leader politici che hanno dimostrato il loro sostegno alla donna negli ultimi mesi di agire energicamente con il governo per garantire a Pinar Selek tutta la sicurezza e la protezione che lo Stato francese deve a una sua connazionale. La nazionalità francese di Pinar Selek non è sufficiente a proteggerla.

Con il sostegno di numerose personalità del mondo della ricerca, degli intellettuali e della cultura, i collettivi di solidarietà con Pinar Selek rinnovano la richiesta al Presidente della Repubblica di un sostegno fermo e incondizionato nei suoi confronti.