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Gesù, realizzazione di tutte le speranze di Dio

E il Signore mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto»
Geremia 1, 12

Gesù disse: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento»
Matteo 5, 17

Gesù è la Parola diventata umanità (Giovanni 1, 14), perciò il detto riportato da Matteo è la conferma della stretta relazione tra Gesù e la Parola. Gesù non abolisce la legge o i profeti, bensì porta a compimento le promesse di Dio pronunciate anche per bocca dei profeti.

Egli non è un soggetto estraneo alla Scrittura, il creatore di una nuova tradizione religiosa contrapposta alla tradizione delle fede giudaica. Egli è il Figlio delle promesse dei profeti e della manifestazione di Dio nelle Sacre Scritture. Giunge sino a noi preceduto da rivelazioni, promesse e opere divine a favore del popolo d’Israele, quegli uomini e quelle donne chiamate ad essere la comunità portatrice del progetto di salvezza per tutti i popoli.
Il Messia nasce dalla tradizione biblica, testimonianze spesso travagliate che hanno formato la fede e la speranza di Israele. Dio parla attraverso la legge e profeti; non si tratta del frutto della fantasia o di suggestioni umane. Altrettanto importante è ricordare che la Parola di Dio è accompagnata dalla sua azione, segni della volontà divina di salvezza. Gesù vuole che la propria identità sia correttamente compresa, perché egli è il Figlio di Dio, realizzazione di tutte le speranze.

Nel testo del profeta Geremia Dio ci conforta sull’efficacia della sua Parola, perché essa è sempre oggetto della sua appassionata attenzione. La parola è strumento di comunicazione, nel bene e nel male; la Parola di Dio è messaggera di buone notizie, l’Evangelo. La Parola di Dio è anche il luogo spirituale in cui incontriamo il Signore.