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Kenya. Un coro di non udenti oltre le disabilità

All’inizio si rimane stupiti nel vedere uomini e donne sorridenti di diverse età ballare in semicerchio, al ritmo del tamburo, tutti in silenzio tranne che per alcuni suoni smorzati mentre provavano un inno nella St. Andrew’s Church a Nairobi (Kenia). Poi però lo stupore lascia il posto alla commozione: si tratta del coro dei non udenti, noto come Zion Praise Team. Il coro esegue inni e canti di adorazione nella lingua dei segni americana, entusiasmando le congregazioni durante i culti nella chiesa presbiteriana e in altre chiese cristiane del Kenya.

«Il gruppo sa che la sua forza è nella musica», ha detto Judy Kihumba, 32 anni, coordinatrice del ministero per i disabili uditivi presso la chiesa. I cantanti vivono una vera e propria liberazione spirituale: «Quando cantano, vivono un’attività che edifica l’anima. Si sentono più vicini a Dio attraverso il canto».
Kihumba, che l’anno scorso è stata nominata dalla BBC nell’elenco delle 100 donne più ispiratrici e influenti al mondo, è la fondatrice di Talking Hands, Listening Eyes on Postpartum Depression, un’organizzazione che aiuta le donne sorde a vivere la maternità, sostenendo la loro condizione materna e mentale.
La partecipazione al coro è anche una possibilità per avere un’educazione religiosa. Essere sordi, ha spiegato Kihumba, «significa non interagire e non comprendere la Bibbia in giovane età perché i loro familiari non conoscono la lingua dei segni».
Tra le canzoni più popolari eseguite dal gruppo c’è “Amazing Grace”, che esprime bene come Dio si prenda sempre cura di loro.

Priscah Odongo, 36 anni, tecnico informatico che è stato leader del coro negli ultimi cinque anni, ha affermato che i suoi compiti includono garantire che i segni dei cantanti rimangano sincronizzati con gli accordi suonati. «Volevo dimostrare al mondo che le persone con problemi di udito hanno talenti e possono fare cose che hanno a che fare proprio con l’udito», ha detto Odongo.

Il successo del coro dei non udenti sta chiarendo l’idea sbagliata ampiamente diffusa che le persone con disabilità siano un peso per la società.
«Il ministero di Zion Choir sfata il mito secondo cui le persone con disabilità sono lì per ricevere senza restituire alla comunità», ha affermato Sudan Nderitu, membro di lunga data del coro, che lavora professionalmente con persone con disabilità.
I membri del coro hanno una varietà di talenti e abilità: sono tecnici elettricisti, falegnami ed esperti informatici, oltre a sarte e sarti. «Indossiamo uniformi fatte da uno di noi», ha detto Nderitu, che consiglia sempre ai membri non udenti di dire non solo chi sono, ma anche cosa possono fare e quali abilità possiedono.

Il coro è stato avviato nel 1992 da Kum Hee Moon, un missionario coreano che aveva fondato la Young Nak Church of the Deaf a Nairobi. Cinque anni dopo, quella congregazione si è trasferita a St. Andrew’s e il coro è stato integrato nel ministero musicale di St. Andrew’s, partecipando a eventi parrocchiali come la Settimana della musica.
Lucy Kahaki canta nel coro sin dalla sua fondazione, quando aveva appena 40 anni. Ora che ne ha 71 anni, Kahaki trova pace cantando con persone che hanno la metà dei suoi anni. L’età non conta, ha detto, poiché la sua energia quando canta corrisponde a quella dei membri giovani. «Cantare è la mia passione. Canto per lodare Dio. Mi sono unita al coro in modo che altri giovani sordi possano avere il coraggio di cantare per il Signore», ha detto a Religion News Service.
Il pastore George Obonyo, membro del coro e ministro speciale per i non udenti nel presbiterio di Nairobi della Chiesa presbiteriana dell’Africa orientale, ha affermato che l’esempio del coro ha contribuito a convincere le chiese keniote ad abbracciare la cultura dei non udenti. «Sono grato alle chiese in Kenya… per aver praticato l’inclusione», ha detto. «So che questo farà di più in futuro per quanto riguarda l’inclusione».