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Fare del bene al prossimo

Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? Io, il Signore che investigo il cuore per retribuire ciascuno secondo il frutto delle sue azioni.
Geremia 17, 9-10

Non ci scoraggiamo di fare il bene perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.
Galati 6, 9

Fare il bene qualche volta può capitare, uno slancio di generosità, episodicamente, lampeggia grandioso nella vita di tutti. Ma non stancarsi è più difficile, anche perché spesso non siamo capiti e non vediamo alcuna ricompensa. Mieteremo. Quando? A suo tempo, cioè non subito. Facciamo del bene a qualcuno e poi scopriamo che non solo non ci contraccambia subito, ma addirittura sembra ingrato. E questo scoraggia.

Ma a chi fare del bene? Al prossimo, cioè alla vita e saranno la vita e il prossimo a ricompensarci. Non aspettiamo di avere una ricompensa da chi abbiamo gratificato con la nostra generosità, ma dalla vita. La ricompensa arriverà, molto probabilmente, da un’altra parte, da qualcun altro. Diamo, dunque, al prossimo, in maniera disinteressata e senza stancarci, e dal prossimo – non necessariamente dalla stessa persona – mieteremo.

Fate del bene a tutti – scrive ancora l’apostolo Paolo – ma soprattutto ai fratelli (e sorelle) nella fede. Secondo gli esegeti qui fare del bene significa porre i beni, le sostanze, al servizio di Dio. Quando c’è un bel progetto specifico, molti sono stimolati a sostenerlo.

Ma anche un fatto semplice, ripetitivo e costante, come la contribuzione all’amministrazione per il mantenimento della chiesa è una preziosa forma di testimonianza e un servizio che rendiamo allo spirito. Sostenere la predicazione del vangelo – e la diffusione della Bibbia – con il denaro, non è solo un atteggiamento esteriore, ma è una testimonianza profonda e vivente alla quale è legata una promessa.

Allora: facciamo del bene, ma concretamente, non solo a parole.