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Gruppo di Dialogo Interreligioso per la Pace di Cosenza: appello per la Pace

Ad un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il gruppo di Dialogo Interreligioso per la Pace di Cosenza, come già fatto all’inizio delle ostilità, intende ribadire che la guerra è un crimine nei confronti dell’umanità e che nessuna ragione, politica, economica, territoriale, può giustificarla.

Lo fa attraverso un testo che riproduciamo qui di seguito.

«Vittime di questa guerra e di molte altre che si combattono nel resto del mondo sono sempre di più civili inermi, persone innocenti che perdono la vita o i propri affetti e le proprie case. Una distruzione che non risparmia nemmeno i bambini.
La guerra, come ha sottolineato spesso papa Francesco è “una pazzia. E coloro che guadagnano con la guerra e con il commercio delle armi sono dei delinquenti che ammazzano l’umanità”.

Come credenti dobbiamo non solo rifiutare l’idea del conflitto armato ma adoperarci in ogni modo perché le ragioni della guerra vengano riportate nel solco del dialogo e della riconciliazione fra i popoli. I capi delle nazioni hanno una grande responsabilità nei confronti dei loro cittadini: non permettere che intere generazioni vengano sacrificate per mire egemoniche e strategiche. Anche la Costituzione Italiana, all’art. 11, ha ribadito che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Purtroppo dopo un anno di combattimenti e distruzioni non si intravede la possibilità di arrivare ad una risoluzione del conflitto: continuiamo ad assistere a stragi e devastazioni, interi centri abitati ridotti in macerie, morti e violenze sulle persone, gente costretta a fuggire abbandonando ogni cosa.
La guerra è inevitabile? Possiamo credere che un’altra via è possibile?

Rappresentanti di diverse religioni hanno fatto il loro appello ai governanti perché si fermino le ostilità e si imbocchi la via del dialogo. Ma ogni credente, singolarmente o all’interno delle proprie comunità, è chiamato ad azioni concrete di solidarietà e di sostegno alle iniziative di pace.
Possiamo chiederci: cosa facciamo noi per la pace? Certamente pregare, aiutare concretamente le popolazioni martoriate, accogliere i tanti profughi, fare appello alle autorità. Ma ciò è possibile solo se ognuno di noi ricerca la pace prima in se stesso, nella propria famiglia, nel proprio ambiente per diventare poi veri operatori di pace.

In questa critica congiuntura, in cui i complessi problemi delle nazioni si fondano in un’unica comune preoccupazione per l’intero mondo, non riuscire ad arrestare l’ondata di conflitti e di disordini equivarrebbe ad un irragionevole atto di irresponsabilità. Per quante sofferenze e agitazioni i prossimi mesi e anni possono tenere in serbo e quantunque fosche le immediate prospettive, crediamo fermamente che l’umanità possa affrontare questa prova suprema confidando sull’esito finale: la pace.

Firmato:
Ahmed Berraou, Associazione Daawa
Angioletta Roberto, Chiesa Avventista del Settimo Giorno
Anna Cundari, cittadina ed espressione del Movimento dei Focolari Beniamino Viapiana, Chiesa Valdese Dipignano
Carlo Antonante Bugliari, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Caterina Marra, Stella Cometa ODV
Gianfranco Sangermano, MoCI Cosenza Aps
Jens Hansen, pastore Chiesa Evangelica Valdese
Manuela Cundari, cittadina ed espressione del Movimento dei Focolari Maria Carmela Stancati, Fede Bahá’í
Maria Maiolo, cittadina di fede cattolica
Maria Pina Ferrari, Segretariato Attività Ecumeniche
Pia Morimanno, cattolica
Rosa Ciacco, Associazione Coesistenza
Susanna Giovannini, Chiesa Evangelica Pentecostale Bethel Cosenza Ugo Milone, Fede Bahá’í