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Fiera del libro per ragazzi di Bologna: un convegno sulle riviste religiose

Nella cornice internazionale della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, si è tenuto mercoledì 8 marzo un convegno sulla stampa periodica di ispirazione religiosa (i cosiddetti “giornalini”, una definizione usata in senso affettuoso ma talvolta un po’ sminuente). Un panorama comprensibilmente dominato dalla stampa cattolica, molto variegata e ricca di proposte: dal movimento dei focolari, ai salesiani, ai francescani, all’Azione cattolica italiana,… Alcuni più recenti (come Foglie, Big o Teens), altri riviste storiche (come Il messaggero dei ragazzi e Il giornalino, che hanno varcato il secolo di vita).

Paradossalmente, però, “l’ospite d’onore” era un protestante, L’Amico dei fanciulli, il piccolo (ma storico, essendo nato nel 1870!) giornale delle chiese battiste, metodiste e valdesi per i bambini. Una delle poche voci non cattoliche all’interno del panorama delle riviste religiose per i più giovani, insieme, lo ricordiamo, a DafDaf, supplemento di Pagine ebraiche, rivista delle comunità ebraiche italiane.

E proprio la Chiesa valdese, tramite un progetto otto per mille presentato dal Gruppo di servizio per la letteratura giovanile (Gslg associazione di promozione sociale che edita la rivista Pagine giovani), ha reso possibile il convegno e le iniziative correlate.

Le relazioni dei presenti (direttori, caporedattrici, redattrici di una decina di riviste), moderate da Claudia Camicia, presidente Gslg e infaticabile organizzatrice dell’evento, hanno evidenziato aspetti interessanti: la necessità di adeguare i linguaggi all’infanzia di oggi, che non è quella di dieci (ma nemmeno di cinque) anni fa, e allo stesso tempo l’impegno nel contrastare una comunicazione che punta più a condizionare e persuadere (a consumare!) che a stimolare spirito critico e autonomia nei più giovani; e ancora, la scarsità di risorse economiche, anche nei giornali più strutturati, che riescono a sopravvivere grazie alla passione (spesso volontaria) di chi collabora e al fatto di inserirsi realtà più grandi.

Punto comune a tutti, l’impegno morale verso uno sviluppo equilibrato della persona, nelle sue varie dimensioni (spirituale, umana, sociale), attraverso il connubio tra conoscenza e divertimento. Uno dei rischi, è stato detto, è di essere autoreferenziali o di “infantilizzare”i lettori: i bambini vanno presi sul serio, vanno ascoltati, messi in condizione di capire anche i temi più complessi (la crisi ambientale, la guerra, l’interculturalità…).

Le riviste sono uno spazio perché possano esprimersi, e una “palestra di fiducia”, secondo l’efficace definizione di Stefano Gorla, già direttore de Il Giornalino, intervenuto in collegamento, che già nel passato formavano collaboratori giovanissimi, e ha citato l’esempio del fumettista Benito Iacovitti, che cominciò a collaborare al Giornalino ancora adolescente.

Gli atti del Convegno saranno pubblicati nei prossimi mesi, per proseguire il percorso di confronto e scambio tra queste realtà editoriali.