istock-1201002023

Investire sul benessere delle persone, non sulla guerra

Il 14 marzo scorso, 61 organizzazioni religiose nazionali e internazionali – tra cui il National Council of churches, l’Alliance of Baptists, i mennoniti, le chiese dei fratelli Moravi, la Chiesa presbiteriana degli Usa, Pax Christi Usa, La Chiesa metodista unita, la Chiesa unita di Cristo, hanno inviato una lettera ai membri del Congresso, in cui si chiede di tagliare il budget del Pentagono e investire nel benessere umano.

«Come organizzazioni religiose – si legge nel messaggio –, osserviamo con grande preoccupazione il budget militare degli Stati Uniti in rapida crescita. Il paese sta correndo verso un budget di trilioni di dollari per armi e guerra, sostenendo una costosa e dannosa politica estera militarizzata mentre le persone lottano per soddisfare i propri bisogni primari. Non possiamo continuare su questa strada moralmente fallimentare».
I firmatari chiedono ai membri del Congresso di tagliare drasticamente la spesa militare nel bilancio dell’anno fiscale 2024, sia per facilitare il reinvestimento nel benessere dei cittadini, sia per ridurre i danni derivanti dalla politica estera militarizzata.

Secondo i leader religiosi «i tagli alla spesa crescente e irresponsabile del Pentagono sono possibili e desiderabili: tagliare gli sprechi, combattere la corruzione, reinvestire nel benessere umano e sfidare la nostra politica estera militarizzata. La strategia di sicurezza nazionale del presidente Biden riconosce l’importanza degli investimenti nelle nostre comunità (…) soprattutto nell’assistenza sanitaria e assistenza all’infanzia a prezzi accessibili, nella formazione professionale e istruzione».

Criticando il budget militare degli Stati Uniti, i leader religiosi affermano: «Le nostre fedi stabiliscono gli imperativi morali della cura del bene comune, della costruzione di una pace sostenibile e dell’essere buoni amministratori delle nostre risorse. L’attuale bilancio degli Stati Uniti non affronta le minacce urgenti che le nostre comunità devono affrontare. L’enfasi del bilancio sulla forza militare è in diretta opposizione a questi doveri morali. L’altissimo budget di guerra sottrae risorse agli investimenti nella sanità, negli alloggi e nell’istruzione. La spesa per la guerra spiazza gli investimenti nella costruzione della pace e nella diplomazia, con conseguente perdita di opportunità critiche per la prevenzione e la trasformazione nonviolenta dei conflitti. E il costante spreco, frode e abuso al Pentagono da parte degli appaltatori di guerra corporativi sottrae i dollari dei contribuenti dalle nostre comunità».

«Mentre iniziano i negoziati sul bilancio per l’anno fiscale 2024 – si conclude il messaggio –, le nostre organizzazioni religiose vi esortano a tagliare la spesa per armi e guerra e a concentrare invece la nostra spesa nazionale sul benessere umano».