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Assembléè du Désert, i riformati francesi si ritrovano per uno degli appuntamenti più sentiti

 

Ogni prima domenica di settembre, il “Musée du Désert”, nelle Cévennes, il massiccio montuoso nella Francia centro-meridionale, organizza il grande raduno annuale dei protestanti francesi, l’ “Assembléè du Désert”. Si tratta di uno degli appuntamenti più cari ai riformati transalpini.

Con il termine Dèsert si intende il periodo di forti persecuzioni subite dagli Ugonotti nel periodo compreso fra la revoca dell’editto di Nantes (1685) e la rivoluzione francese (1789). Un secolo di battaglie, repressioni, violenze, isolamento. Il deserto è anche il simbolo dell’esodo del popolo di Israele dalla Terra Promessa, traslato e associato in questo caso alle pene dei protestanti francesi. Il Musée, che sorge in quella che era la casa natale del capo dei “Camisard” (nome dato ai ribelli protestanti della regione) Roland (1680-1704) , è il più ricco di reperti e antico museo del protestantesimo francese.

Il momento clou viene vissuto con il grande culto sotto le querce a Mialet, Comune del dipartimento del Gard, con una presenza di migliaia e migliaia di fedeli, sempre dai 15 ai 20 mila ogni anno, in un’atmosfera suggestiva, fra profondo raccoglimento e gioia come familiare.

Quest’anno ricorrono i 450 anni dal massacro di San Bartolomeo, tragedia che fa parte della memoria collettiva dei francesi, e sarà questo il tema conduttore della giornata del 4 settembre. Simboleggiando un picco di sanguinosa violenza contro i civili all’epoca delle guerre di religione tra cattolici e protestanti, il giorno di San Bartolomeo si riferisce a un evento che scosse la minoranza protestante: Dopo che Gaspard de Coligny, ammiraglio di Francia, fu il primo ad essere preso di mira, almeno 3.000 protestanti furono assassinati a Parigi, e altre migliaia a Troyes, Orléans, Lione, Rouen, Tolosa, Bordeaux… Queste uccisioni avrebbero riacceso la rivolta degli ugonotti. Nel 1573, con la pace temporaneamente ristabilita, fu vietato a tutti, in nome del re, di richiamarne la memoria. 

«Commemorare non significa festeggiare, celebrare se stessi, ma lavorare sulla memoria e sulla storia. Questa storia – con la sua carica passionale – interessa ancora gli storici, anche quelli dei giorni nostri. Il massacro di San Bartolomeo risuona ancora oggi» si legge nel testo di presentazione dell’imminente Assembléè.

Il culto alle ore 10.30 sarà presieduto dal pastore Christian Baccuet, della Chiesa protestante unita (Parigi, Pentemont-Luxembourg).

Nel pomeriggio sono previsti interventi storici dei professori Olivier Millet (Università della Sorbona) e Olivier Abel (Facoltà di Teologia di Montpellier).

Il messaggio finale sarà tenuto da Ingrid Prat, pastore della Chiesa protestante unita (Gardon e Vidourle).

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