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Comunità ebraica e Chiesa valdese insieme per i Corridoi umanitari

Continua a dare frutti importanti il progetto dei Corridoi umanitari avviato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla Comunità di Sant’Egidio con il contributo decisivo della Tavola valdese, l’organo deliberativo della Chiesa valdese. Dal Nord al Sud dello stivale stanno fiorendo collaborazioni e manifestazioni di interesse che non possono che essere di buon auspicio, di fronte anche al rinnovo del protocollo d’intesa con il ministero dell’Interno, che prevede la prosecuzione del progetto a beneficio di altre mille persone che troveranno quindi un approdo sicuro nel nostro paese; accordo che verrà siglato proprio oggi a Roma, mentre a Genova stamane viene presentato al pubblico il protocollo d’intesa fra l’Ospedale evangelico internazionale del capoluogo ligure e la Diaconia valdese, proprio per la gestione di alcuni aspetti legati all’arrivo delle donne, dei bambini e degli uomini dai Paesi di guerra.

Domani invece sarà il turno della presentazione, a Torino, della sinergia fra la locale comunità ebraica e la Diaconia valdese, sempre nell’ambito del progetto dei Corridoi. Una delle ultime famiglie provenienti dal Libano, accompagnate e accolte in Italia in maniera sicura e legale, sarà infatti ospitata in un appartamento generosamente messo a disposizione dalla Comunità ebraica, nell’ottica di un forte e concreto impegno in ambito umanitario e di un prezioso rapporto con la Chiesa valdese coltivato negli anni. Si tratta di un alloggio in uno stabile già utilizzato dalla Comunità ebraica per ospitare richiedenti asilo, e rappresenta il frutto concreto di una sinergia che si va sempre più consolidando.

Domani, mercoledì 8 novembre, alle ore 18 nei locali del centro di aggregazione “Il Passo Social Point” di via Nomaglio 6 a Torino verrà dunque presentata l’iniziativa alla presenza fra gli altri dei rappresentanti della Chiesa valdese di Torino nella persona della pastora Maria Bonafede e di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica della città piemontese. Un altro granello, un altro seme di speranza.