Consiglio ecumenico delle chiese all’Onu: «Il nostro impegno pubblico»

Due giorni dei vertici del Cec a New York City il 3 e 4 aprile per approfondire l’impegno con le Nazioni Unite

 

La visita avvenuta il 3 e il 4 aprile scorsi dei leader ecumenici Heinrich Bedford-Strohm e Vicken Aykazian, rispettivamente moderatore e vice moderatore del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) presso le Nazioni Unite per le iniziative di advocacy, ha realizzato il desiderio dell’organismo ecumenico di promuovere nuovi incontri con funzionari, partner ecumenici e organismi diplomatici.

 

Bedford-Strohm ha sottolineato che i colloqui avvenuti a New York hanno mostrato l’importante ruolo che le chiese e le comunità religiose possono svolgere in una società civile globale: «Le Chiese e le comunità religiose raggiungono non solo le menti ma anche i cuori delle persone. Ciò è molto rilevante per vincere molte sfide, come la necessaria transizione ecologica globale per combattere il cambiamento climatico e lo sforzo per aprire le porte alla pace e alla riconciliazione nei conflitti violenti».

 

Ha poi aggiunto che «il radicamento nelle comunità locali di tutto il mondo, insieme all’orizzonte universale della nostra fede comune, è un dono unico da offrire come impegno pubblico».

 

Bedford-Strohm ha poi incontrato Virginia Gamba, rappresentante speciale del segretariato generale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati: «Il ruolo che il Cec sta svolgendo nel processo di pace in Colombia è stato molto apprezzato ed è particolarmente importante per i bambini, in quanto sono l’espressione più vulnerabile e vitale della comunità. Lo scambio con diversi rappresentanti delle chiese presso le Nazioni Unite ha confermato il valore di tale partnership».

 

Il primo giorno prevedeva la visita alla Missione Permanente cubana presso l’Onu e un colloquio con i rappresentanti delle comunità ebraiche.

 

Il giorno successivo Bedford-Strohm e Aykazian hanno  partecipato a un incontro con i partner ecumenici di Act-Alliance, Caritas Internationalis, la Federazione luterana mondiale, la Chiesa episcopale, la Chiesa greco-ortodossa e United Women in Faith.

Il programma si è concluso con l’incontro con un rappresentante dell’Ufficio dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Onu.